Da un paio di settimana la Lega le manda lavviso di sfratto un giorno sì e laltro pure. Fari accesi sul voto milanese per capire se gli alleati (o lo stesso Pdl) dovrà pensare a un altro candidato per il 2011 a Palazzo Marino. Ma Letizia Moratti ieri pomeriggio, arrivata con il marito Gianmarco alla scuola elementare di via della Spiga per votare alla sezione 73, alleggerisce le polemiche e assicura: «Non vivo assolutamente questa giornata con apprensione» casomai «ogni giorno per me è un giorno di lavoro, impegnativo, con tanti problemi e criticità ma anche tante cose belle da presentare ai cittadini. Milano è una città impegnativa ed esigente, ma questo anche perché i milanesi amano Milano». Detto questo, oggi sarà a pranzo e attenderà il voto con i colonnelli del Pdl a casa del ministro Ignazio La Russa - ci saranno il coordinatore regionale Guido Podestà, gli onorevoli Luigi Casero e Maurizio Lupi, commissari cittadini del partito - e manda a dire a chi sarà pronto a sparare sul sindaco (dal centrosinistra alla Lega) che «non bisogna caricare questo voto con una valenza milanese. È un voto regionale ed è importante perché le Regioni hanno competenze rilevanti per la vita dei cittadini, parlo ad esempio della sanità, del sostegno alloccupazione e alle imprese. E in Lombardia il voto è davvero importante perché abbiamo bisogno di continuare su una strada che ha dato risultati positivi» parla della coalizione e del presidente Roberto Formigoni che lhanno portata ad essere «tra le prime quindici regioni al mondo».
Dopo le levate di scudi del Carroccio e la quasi-candidatura dello stesso Umberto Bossi a futuro sindaco di Milano, la Moratti non nasconde la soddisfazione per un Pdl che le ha fatto quadrato intorno. Il «ghe pensi mi» espresso dal premier Silvio Berlusconi in mattinata è una conferma. «Il presidente è sempre stato capace di trovare una sintesi giusta con tutti gli alleati - commenta la Moratti -. E ho visto il sostegno di Lupi, Casero, La Russa, Podestà, di chi cioè ha responsabilità di partito, io guardo a quello e penso a lavorare per la città».
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