Politica

«Non condanno i kamikaze, sono disperati»

«Farò blitz alla Nato anche da onorevole. I Ros? Vanno sciolti immediatamente»

Luca Telese

da Roma

È l’uomo del momento, non c’è dubbio. Ma Francesco Caruso, leader dei Disobbedienti candidato con Rifondazione in Calabria (elezione sicura) in queste ore è sotto un fuoco incrociato. Ieri ha spiegato che «i kamikaze sono una forma di disperazione sociale, non mi sento di condannarli» e «il Ros dei carabinieri dovrebbe essere sciolto». Ma a chi lo accusa di essere troppo radicale e a chi - tra i suoi compagni - di essersi imborghesito, o peggio «venduto» al moderatismo risponde: «Sarò un deputato disobbediente».
Ma davvero si può esserlo?
«Penso proprio di sì, speriamo!».
Però non potrà più praticare la disobbiedienza civile.
«E chi glielo ha detto, scusi?».
Lei da eletto avrà un altro ruolo.
«Le pratiche della disobbedienza sono un dovere di ogni cittadino, a maggior ragione di un deputato».
Ma Bertinotti lo sa, scusi?
«Credo che Rifondazione conosca bene il mio percorso politico-storico-culturale».
Si può cambiare... Oggi credo che condannerebbe la vostra campagna di espropri proletari, o no?
«Quali?».
Ad Acerra è sotto processo: estorsione aggravata.
«Sì, per un intervento al supermercato. Del tutto simbolico. Abbiamo bloccato le casse e la direzione ci ha concesso volontariamente un quintale di pasta che abbiamo distribuito gratis».
Approvò la stessa azione a Roma. Lo rifarebbe, tornasse indietro?
«Sì, certo, lo rifarei. Anche se facendo attenzione a non ripetere gli errori: lì fummo travolti dalla rabbia della gente che ne aprofittò».
Senta, non mi dica che rientrerebbe nelle basi della Nato.
«Scherza? Lo rifarei, con un piacere supplementare. L’ho fatto due volte».
Una volta con le tronchesi, tagliando la rete del recinto!
«Eh, eh, eh... È vero, ci introducemmo clandestinamente. Ma c’è di meglio. Una volta entrai con una deputata: sa che ho scoperto? C’era una scuola di polizia per gendarmi iracheni».
Ecco, da deputato potrebbe investigare di meno...
«Sarei lì tutti i giorni, e dovrebbero aprire i cancelli! Altri hanno trovato il fosforo bianco. Sono controlli necessari».
Però strapazzerà di meno i leader dell’Unione, glielo chiede Bertinotti.
«Ecco, io l’armistizio lo accetto di buon grado, lo scriva. Mi sottraggo con molta felicità al teatrino delle polemiche, per cui Mastella mi attacca per recuperare i voti dei moderati».
E lei, polemizzando con Mastella recupera voti radicali?
«Non so, non mi interessa il gioco».
Ma ora condannerà la violenza del movimento, se ci fossero episodi?
«Guardi, la disobbedienza civile, negli ultimi anni ha superato la dicotomia fra violenza e nonviolenza».
Ah sì? Chi lo spiega a Gandhi?
«Le faccio un esempio. Occupare una casa non è una azione violenta».
E quando si finisce per fare a botte con la polizia?
«Il problema è che io non farei mai a botte con la polizia. Di solito sono loro che mi picchiano. Ma se qualcuno che viene picchiato reagisce alla polizia, io non lo condanno».
Lei, quando in un corteo a Roma fu infranta la vetrina di un’agenzia di collocamento non condannò quel gesto. Adesso?
«Non ricordo l’episodio».
Caruso, lei che non ricorda gli assalti alle agenzie di collocamento? Si fidi del mio archivio.
«Si figuri, se è per questo le posso dire che l’Adecco di Napoli l’abbiamo occupata tredici volte. In quel caso senza rompere un vetro».
Quindi chi rompeva sbagliava.
«Non ho detto questo. Dico che bisogna coniugare disobbedienza e consenso. Noi, a quegli stressati dell’agenzia, che quando ci vedevano andavano in panico, gli portavamo il caffè».
Ma per lei qual è il confine tra azione opportuna e non opportuna?
«Non è prestabilito».
Quindi in alcuni casi si può arrivare alla violenza?
«Sì, ma la radicalità non si decide a tavolino. Se 15 sfessati bloccano un’autostrada è una fesseria. Se sono 30mila è una lotta politica legittima».
E 10mila persone anti-Tav?
«Legittima espressione di dissenso».
Bloccherebbe ancora la costruzione della discarica come a Scanzano?
«Certo».
Azione legittima?
«Certo, più che legittima. Guardi che i blocchi li fa anche la Fiom e nessuno la chiama azione terroristica».
Ma Pisanu è un buon ministro?
«Ueeeeè... Vuole provocarmi?».
Pensavo lo preferiste a Scajola.
«Due facce della stessa medaglia: il poliziotto buono e quello cattivo. Il problema è l’approccio poliziesco alle lotte sociali».
E l’immunità parlamentare. Lei ne godrebbe, i suoi compagni no.
«Temo proprio che da Fassino a Fini in Parlamento voterebbero tutti per concedermela».
Ma visto che è un disobbediente potrebbe rinunciarci in partenza.
«A Cosenza sono processato per un reato del codice fascista, Cospirazione. Ero condannato al confino...».
Quanto ha speso di avvocati?
«Ne ho 12 che mi difendono gratis».
Insomma ci rinuncia o no?
«Quando sono processato per le mie idee sarò lieto di difendermi. Negli altri casi valuterò».


Non rinuncia a nessuna battaglia?
«Credo proprio di no».

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