Politica

Non era un terrorista l’uomo ucciso nel metrò

Monta la collera tra gli islamici nella capitale inglese: «Inaccettabile che la polizia ammazzi persone innocenti»

nostro inviato a Londra

Non c’entrava nulla. Era soltanto un uomo spaventato. Impacciato nei movimenti. Che indossava un’impermeabile un po’ troppo largo, ma che sotto quell’impermeabile non nascondeva né esplosivo, né armi. Che dapprima è stato indicato come di origine pakistana, poi è stato identificato ufficialmente come un brasiliano.
Si chiamava Jean Charles de Menezes, 27 anni. Era un elettricista originario dello stato brasiliano di Minas Gerais. È quanto ha detto ai media brasiliani sua cugina Maria Alves, precisando che il giovane «lavorava da cinque anni a Londra con un regolare permesso». Secondo Globo News, il ministero degli Esteri brasiliano è in attesa di spiegazioni da parte delle autorità britanniche.
Poche ore prima di queste rivelazioni, nel quartier generale di Scotland Yard, a Broadway, c’era grande imbarazzo quando il portavoce del gran capo Ian Blair è arrivato con una nota che suonava come un’ammissione di colpa. L’uomo seguito, spinto a terra e freddato venerdì mattina con cinque colpi di pistola alla testa dagli agenti delle squadre speciali nella metropolitana di Stockwell «sfortunatamente non c’entrava nulla né con il terrorismo né con il commando entrato in azione tre giorni fa a Londra. Una morte avvenuta in simile circostanze è una tragedia. Ci dispiace - fa sapere il capo di Scotland Yard - ma quell’uomo era sembrato avere un comportamento sospetto ed era pedinato da un isolato da alcuni agenti perché era uscito da un edificio che tenevamo sotto controllo e sembrava nascondere qualcosa e guardarsi attorno con circospezione».
E ora, in una fase delicatissima di massima allerta contro un pericolo reale, si aggiunge per le autorità londinesi un problema in più di ordine politico e sociale: la comunità musulmana londinese è in subbuglio. Chiede chiarezza e giustizia. Si sente criminalizzata, vittima di una sorta di persecuzione. Azzam Tamimi, dell'associazione dei musulmani britannici, ammonisce la polizia: «Questa politica dello sparare per uccidere è molto pericolosa». Iqbal Sacranie, segretario generale del Consiglio dei musulmani britannici, riconosce che «la polizia è sotto tremenda pressione per catturare i criminali che vogliono fare stragi per le strade di Londra», ma che a maggior ragione - avverte - è assolutamente vitale assicurare che innocenti non vengano uccisi per eccesso di zelo.
Nervi tesi, dunque. Sempre più tesi. Così, anche se certo non lo è, si sforza di sembrare sereno, Ian Blair, capo di Scotland Yard, quando si affaccia per mantenere la promessa del briefing quotidiano con i giornalisti. «Le indagini sulle azioni terroristiche di giovedì 21 - esordisce - stanno procedendo rapidamente e sono contento dei risultati che abbiamo finora ottenuto». Il numero uno della Metropolitan Police annuncia che, in relazione a quegli episodi, ci sono stati due arresti ma precisa che «le persone catturate nella notte tra venerdì e sabato e nelle prime ore del mattino di ieri non sono fra gli autori materiali delle tentate stragi» nelle stazioni del metro di Shepherd’s Bush, Oval, Warren Street e sull’autobus della linea 26 a Hackney, «ma potrebbero essere in qualche modo collegati a quelle azioni». I due arrestati, particolare tutt’altro che irrilevante, sono stati comunque entrambi catturati nell’area di Stockwell. «Li stiamo interrogando - ha aggiunto Blair - e ci auguriamo che possano fornirci elementi utili all’identificazione dei quattro ricercati». Sono centoquarantamila gli agenti della polizia britannica impegnati nella caccia ai «most wanted», i quattro uomini più braccati del Regno Unito. Le loro foto, tratte dalle immagini delle telecamere che li hanno ripresi nelle stazioni del metrò e sull’autobus, sono finite sulle prime pagine di tutti i giornali inglesi e sono state affisse nei punti più frequentati dai londinesi e dai turisti. E l’effetto di questa grande rete, gettata nell’angoscia collettiva, è stato a dir poco dirompente visto che a Scotland Yard sono giunte, già ieri, oltre quattrocento segnalazioni di cittadini sicuri di aver visto o incrociato almeno uno dei ricercati.
In serata la polizia annuncia un’altra probabile novità. Tra i cespugli di Wormwood Scrubbs, nel nord-ovest di Londra, è stato rinvenuto un pacco sospetto.

Potrebbe essere un quinto ordigno, abbandonato dai terroristi.

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