Non esistono omicidi semplici da risolvere. Parola di Harry Bosch

Alla "sezione speciale" della polizia di Los Angeles questa volta sembra abbiano affidato un caso veramente facile. Ma niente è come sembra

di Michael Connelly

Harry Bosch guardò nel cubicolo di fronte a lui e vide il partner impe­gnato nel suo rituale giornaliero: allineare le pile di dos­sier, liberare dalle scartoffie il ripia­no della scrivania e, per finire, siste­mare in un cassetto la tazza del caffè ben lavata. Bosch controllò l’ora: erano solo le quattro meno venti. Ignacio Ferras iniziava ogni giorno lacerimoniaunminutoodueinanti­cipo rispetto al pomeriggio prece­dente. Era martedì,l’inizio della set­timana breve che seguiva il lungo weekend del Labor Day, e Ignacio si stava già avviando verso l’uscita. Era sempre una telefonata da casa a farscattarelaprocedura.Adaspetta­re Ferras c’erano la moglie, un bim­bo che aveva cominciato a cammi­nare da poco e una coppia di gemel­li appena nati. Probabilmente lei guardaval’orologiocomeunpastic­cereguardadeibambinicicciottelli. Aveva bisogno di una tregua e il ma­rito le era indispensabile. Di solito Bosch riusciva a seguire botta e ri­sposta della conversazione, nono­stante tra lui e il partner ci fosse un corridoio e, nel nuovo salone della squadra, le scrivanie fossero divise da paratie anti­rumore piutto­sto spesse. Le prime parole erano sempre: «A che ora tor­ni? ».

Appenalapo­st­azionefuinor­dine, Ferras al­zò lo sguardo verso Bosch.

«Harry, io an­drei. Sai, perevi­tare il traffico. Aspettodellete­lefonate, ma possono cercar­mi sul cellulare. Non c’è biso­gno che mi fer­mi qui in uffi­cio ».

Mentre parla­va, simassaggia­va la spalla sini­stra. Anche que­sto faceva parte del rituale. Un tacitomododiri­cordare a Bosch che un paio di anni prima si era preso un pro­iet­tile e aveva ac­quisito il diritto all’uscita antici­pata.

Bosch si limi­tò ad annuire. Il problema non era che il partner se ne andasse prima o che l’avesse più o meno meritato, quanto l’impe­gno che metteva nell’attività di de­tective della omicidi e l’eventualità che non fosse presente quando fi­nalmentefossearrivataunachiama­ta. Primadirientrareinservizio, Fer­ras aveva passato nove mesi in tera­pia. Enell’ultimoannoavevalavora­to con una riluttanza che il partner anziano aveva mal sopportato. Non si impegnava, e Bosch era stanco di pazientare.

Ed era stanco anche di aspettare un caso nuovo. L’estate era ormai inoltrata, e non gliene affidavano uno da quattro settimane. Bosch era sicuro che stava per presentarsi un nuovo omicidio come era certo che i venti di Santa Ana soffiano dal­le montagne.

Ferras si alzò e chiuse a chiave i cassetti della scrivania. Bosch vide Larry Gandle sbucare dall’ufficio in fondo al salone e venire verso di loro mentre il partner prendeva la giac­cadallasedia. Unmeseprima,quan­doeracomin­ciatoiltraslocodelladi­visionerapineeomicididaldecrepi­to Parker Center al nuovo Police Ad­ministration Building, Bosch, in qualità di partner anziano, aveva avutoilprivilegiodiscegliereperpri­mo una delle postazioni migliori. La maggior parte dei detective si era si­stema­ta di fronte alle finestre che af­facciavano sul City Hall. Lui aveva fattoilcontrario. Avevalasciatoilpa­noramaaFerrasepresopersélascri­vania che gli permetteva di tenere d’occhioquantosuccedevanelsalo­ne. Con il tenente in avvicinamen­to, qualcosa gli disse che il partner non sarebbe tornato a casa tanto presto. Gandle stringeva in mano un fo­gliostrappatodaunbloccoecammi­nava a passo spedito. Fine dell’atte­sa: la chiamata era arrivata. Un omi­cidio appena compiuto.

Harry si alzò. «Bosch, Ferras, ho qualcosa per voi» disse Gandle quando li raggiunse. «Dovete pren­dervi in carico un caso del South Bu­reau ».

Bosch vide le spalle del partner af­flosciarsi. Fece finta di niente e pre­se il pezzo di carta che il tenente gli porgeva. Guardò l’indirizzo. Lo co­nosceva.

«Si tratta di un emporio di alcoli­ci » riprese gandle. «Un uomo a terra dietro la cassa, gli agenti stanno trat­tenendo una testimone. Non so al­tro. Vi sta bene?».

«Certo» rispose Bosch, cercando di anticipare le lamentele del colle­ga.

Ma non bastò.

«Tenente, qui siamo alla Speciale Omicidi» intervenne Ferras, indi­cando con un cenno la testa di cin­ghiale sopra la porta. «Perché dob­biamo occuparci di una rapina in una rivendita di liquori? Lo sai an­che tu che sarà stato il membro di una gang. Alla South riusciranno a venirne a capo, o almeno a capire chi ha sparato, entro la mezzanot­te ».

Un punto per Ferras. La Speciale Omicidi gestiva casi complessi. Era una squadra scelta che seguiva casi difficili con l’abilità e la tenacia di un cinghiale a caccia di tartufi nel fan­go. Difficilecheunarapinainterrito­rio di gang avesse i requisiti giusti.

Gandle, che con quella sua testa pelata e l’espressione arcigna era l’immagine perfetta del burocrate, allargò le braccia in un gesto che la­sci­ava intendere una mancanza as­soluta di solidarietà. «L’ho spiegato a tutti nella riunio­ne della settimana scorsa. In questi giorni dobbiamo dare una mano al­la South. Sono sotto organico, visto chemoltiagentifrequentanounco­r­so della Omicidi fino al 14 del mese.

Nel fine settimana hanno avuto tre casi, piùunostamattina, eipochiuo­mini rimasti sono già impegnati. Voi non avete altro da fare, ragazzi, quindi la rapina tocca a voi. È tutto. altre domande? Sul posto vi aspetta l’auto di pattuglia con una testimo­ne ».

«D’accordo, capo» disse Bosch, mettendo fine alla discussione.

«Allora aspetto notizie».

Gandle tornò inufficio. Bosch infi­lò la giacca, tirò fuori dalla tasca po­steriore il taccuino con la custodia di pelle e lo sostituì con uno intonso che recuperò dal secondo cassetto della scrivania. Nuovo omicidio, nuovo blocco. Lo faceva sempre. Lo rimiseintascanonsenzaun’occhia­ta al distintivo sul risvolto. Di che ge­nere fosse il caso, in realtà, non gli importava. Gli bastava averne uno.

Sarebbe stato come qualsiasi altro. Si perde incisività, se non ci si tiene in esercizio. E Bosch non l’avrebbe mai voluto.

Ferras guardò l’orologio a muro sopra la bacheca con le mani sui fianchi. «Merda» disse. «Finisce sempre così».

 

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