La stracitata legge dei grandi numeri non è solo unespressione orecchiata da qualche libro sul calcolo probabilistico, ma è soprattutto un luogo comune utile a giustificare le tonnellate di statistiche inutili che vengono riversate addosso agli scommettitori. La cosiddetta «Gamblers fallacy» è forse il più grave degli errori logici che può fare un giocatore e può essere ricondotta a due grandi famiglie: 1) un risultato si crede più (o meno) probabile perché «non si è» verificato da molto tempo; 2) un risultato si crede più (o meno) probabile proprio perché «si è» verificato molte volte di recente. Errore di impostazione chiaro nella roulette, visto che la pallina non ha evidentemente memoria, ma anche nel calcio quando si estrapolano tendenze del passato per applicarle ad eventi indipendenti fra di loro: da qui nascono i ragionamenti del genere «gli under sono molto probabili nella serie B francese». Peccato che le stesse statistiche siano in possesso anche dei bookmaker, che inevitabilmente le rifletteranno nelle quote: insomma, qualsiasi sistema matematico è destinato nel medio periodo a schiantarsi contro la realtà.
La statistica può essere utile per intuire lo stato di forma di una squadra, ma viene sempre «scontata» allinterno della quota e non può quindi essere mai larchitrave di un sistema. Del resto anche con quote «perfette» come quelle dei dadi ci hanno lasciato le penne grandi matematici-giocatori come Fermat e Cardano. Figuriamoci noi, con i numeri «suggeriti» dal banco.stefano@indiscreto.it
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