Fabrizio de Feo
da Roma
La protesta contro la visita di Papa Benedetto XVI monta sempre più alta in Turchia. La tensione sale, si fa palpabile, e sfocia in clamorose manifestazioni di protesta, come lassalto a Santa Sofia (attualmente un museo ma in un lontano passato una chiesa cristiana bizantina). Il tutto corredato da uno striscione inequivocabile: «Non lasciate che lignorante e astuto Papa venga in Turchia».
Lescalation, però, almeno ufficialmente non sembra preoccupare troppo la Santa Sede. Il Vaticano, infatti, cerca di minimizzare le proteste che stanno precedendo la visita del Papa in Turchia. «Considero questi fatti episodici e limitati - dice padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, riferendosi allassalto di una quarantina di Lupi grigi a Santa Sofia - tali da non mettere in questione la sostanza e il clima della visita che prevediamo si svolga in modo sereno». «Questi fatti» aggiunge «non alimentano preoccupazioni particolari anche se danno dispiacere. Non sono tuttavia una sorpresa dato che sappiamo che esistono gruppi che sono poco favorevoli alla visita del Papa. Ma sono fatti da non sopravvalutare. Quanto accaduto non significa che la Turchia non sia un Paese ospitale. La Santa Sede ha fiducia nellospitalità assicurata dalle autorità turche».
Linterrogativo sullaccoglienza che verrà riservata al Santo Padre, però, continua a stagliarsi allorizzonte, anche se il mondo politico cerca di tenersi a distanza dallultimo focolaio polemico. Lunica a esporsi è la Lega che con Gianluca Pini ribadisce la richiesta, rivolta a Romano Prodi, di chiarire in Parlamento la posizione italiana sullingresso nellUe della Turchia. «La tollerante e democratica Turchia che bussa alle porte dellEuropa è la stessa - domanda Pini - dove i nazionalisti occupano Santa Sofia contro la visita del Papa? È la stessa in cui si sta preparando per domenica prossima una manifestazione il cui slogan sarà Non lasciate che lignorante e astuto Papa venga in Turchia?. È la stessa - domanda ancora Pini - in cui i cattolici, e in particolare i consacrati, rischiano ogni giorno la pelle, come testimoniano inchieste giornalistiche di questi giorni? È la stessa che ha respinto con sdegno lultimatum dellUnione europea per sbloccare la questione cipriota?».
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