Un nuovo orrore nel nome di Allah. Un nuovo pestaggio per imporre il velo islamico a una ragazzina di origini nordafricane che studia in un istituto superiore di Udine. Sul suo volto le insegnanti hanno visto i segni delle botte. Un labbro rotto e diverse contusioni. Così hanno chiamato la polizia che, insieme ai servizi sociali del comune, la ha immediatamente allontanata da casa per collocarla in una struttura protetta.
"Bella integrazione - commenta il leader della Lega Nord, Matteo Salvini - che dice la Boldrini?". Quello registrato a Udine è l'ennesimo, drammatico episodio di fontamentalismo islamico tra le mura domestiche. Una violenza che lascia tutti attoniti per la ferocia con cui si abbatte sui più deboli. Lo scorso 29 novembre la madre della minorenne è arrivata a scuola nella pausa tra le lezioni. È stato in quel momento che ha visto che la figlia non indossava il velo islamico. A questo punto è entrata in classe chiedendo al professore di far uscire immediatamente la ragazzina. Ne è nato subito un parapiglia finché non è intervenuto il preside che, dopo un concitato scambio di opinioni con la donna, si è visto costretto a firmare il modulo per fare uscire la ragazza.
Il giorno dopo la ragazzina è rientrata a scuola e ha raccontato a una professoressa che la madre l'aveva picchiata per essersi rifiutata di indossare a scuola il velo islamico. "Ho molta paura di rientrare a casa - ha confidato la studentessa - questa sera torna anche mio padre...". La ragazzina temeva, infatti, conseguenze ben peggiori delle botte ricevute il giorno prima dalla madre. A quel punto la scuola ha chiamato la polizia.
La ragazzina è stata portata al pronto soccorso dove le hanno riscontrato due piccole lesioni al labbro e a un dito della mano con tre giorni di prognosi, poi d'intesa con i servizi sociali è stata accompagnata in una struttura protetta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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