da Milano
«Non mi hanno fatto votare, nonostante avessi in mano la tessera elettorale rilasciata dal Comune solo tre giorni prima. E tante altre persone come me non hanno potuto esercitare un loro diritto». A parlare è Rodolfo Monciardini, giovane milanese di 32 anni, residente a Chicago dal 2002, che ha scelto di trascorrere il periodo delle elezioni politiche in Italia.
«Sono venuto apposta per votare. Non sapevo nulla del voto degli italiani allestero, e comunque ho verificato: allindirizzo di casa mia negli Usa non è mai arrivato niente, né plichi né comunicazioni. Qualche giorno prima del voto sono andato allUfficio elettorale per verificare la mia presenza nelle liste elettorali italiane. Così è stato, tantè che lo stesso ufficio mi ha rilasciato la tessera (N°055093739), dove era indicata anche la sezione presso la quale avrei dovuto votare. La sezione era la n°1501». Il giorno del voto lamara sorpresa. Monciardini si è recato al seggio ma il suo nome non era iscritto nelle liste che gli scrutatori avevano ricevuto.
«Ho insistito con il presidente che io avevo diritto a votare, visto che mi era stata rilasciata la tessera elettorale». Il presidente ha chiamato lUfficio elettorale di Milano, «quello di via Messina, 52», precisa il giovane milanese e ha avuto conferma che «lelettore non poteva essere ammesso a votare». Il presidente mi ha suggerito di andare in via Messina a richiedere unattestazione per essere autorizzato a votare». Ma i tempi erano strettissimi, e al giovane elettore non è rimasto altro che il rammarico. «Alla fine ho preteso che la mia richiesta venisse verbalizzata, anche perché ho saputo che a molti altri elettori, nelle mie stesse condizioni, è stato impedito di votare. Io mi domando: ma che valore ha a questo punto la tessera elettorale che mi ha rilasciato lUfficio elettorale?».
In effetti sono molte le cose che non tornano.
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