«Non sono finiano!» ci tiene a precisare subito Alessio Saso, una laurea in sociologia alla «Sapienza», esperienze professionali in Inghilterra, già vicesindaco di Imperia e attuale consigliere regionale del Popolo della libertà, rieletto sulla spinta di ben 6330 voti di preferenza. «Dico di più - sottolinea ancora, altrettanto deciso -: non solo non sono politicamente etichettabile come finiano, ma non ho mai avuto alcuna trattativa in corso con lala finiana locale o nazionale, e non saprei neanche cosa trattare in questo momento. E poi conosco a mala pena lex deputato di Forza Italia Enrico Nan» che, come ha scritto anche ieri il Giornale, è diventato il vero e proprio referente di Gianfranco Fini in Liguria.
Nessuna presa di distanza, dunque, Saso, dallattuale dirigenza del Pdl?
«Non ci penso nemmeno. Ho conseguito un eccellente risultato in provincia di Imperia alle ultime regionali e i rapporti con al dirigenza locale del Pdl non sono affatto conflittuali».
Conflittuali no, ma dialettici sì. Insomma: Staso con chi sta?
«Un conto è esercitare il sacrosanto diritto alla dialettica costruttiva, che devessere riconosciuto a chiunque, un altro conto è dire: se non ubbidisci a noi, vuol dire che stai con Fini. Sarebbe il più grosso regalo fatto al presidente della Camera e alle sue tesi».
Ci faccia capire meglio.
«Allora insisto: non voglio che venga catalogato come finiano chiunque ritenga normale esprimere valutazioni politiche che possono anche contenere un ragionato dissenso».
In questo senso, si può parlare di regalo a Fini.
«Certo. In ogni partito al mondo vi sono singoli o gruppi di iscritti che possono guardare alla realtà politica da diverse angolature. Un partito dove si dica sempre sì e dove esiste una sola verità assoluta è già morto in partenza ed è impensabile che possa rappresentare, come il Pdl, il 30 per cento degli italiani».
Il riconosciuto punto di riferimento nazionale di Saso, del resto, è Gianni Alemanno.
«Resto coerente. Per lui ho da sempre stima politica e umana. E non mi risulta che Alemanno sia diventato finiano...».
E nemmeno lei. Ne prendiamo atto.
«Ribadisco che non è finiano chi è in grado di ragionare anche con la propria testa, ma, magari, è solo un politico che, dopo tanti anni di impegno, ha valori e posizioni proprie e consolidate».
Resta il fatto che in Liguria, come ha scritto più volte anche il Giornale, ci si interroga sulle conseguenze dello scossone-Scajola.
«Nessuno nega lo scossone, ma mi piace constatare che il partito mantiene saldo il suo assetto organizzativo e nessuno sta prendendo vie diverse. Soprattutto, non vedo profilarsi allorizzonte sciacalli estemporanei».
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