Laura Rio
da Milano
Il vecchio che avanza, anzi che non molla. Così succede a Rete 4: le novità sono affidate a uno dei padri fondatori della televisione italiana. Da fine marzo, infatti, Mike Bongiorno, tornerà in prima serata (probabilmente al venerdì) con un quiz nuovo, un incrocio tra Genius e il Milionario, che vuole coniugare la struttura dei giochi di antico stampo con quelli di nuova generazione, basati di più sulla psicologia del concorrente. Per Mike un ritorno in grande stile (negli ultimi anni si era dedicato a Genius con i ragazzini) che però sembra un tentativo in extremis per trattenerlo sulla porta d'uscita. Il presentatore, infatti, dopo il pubblico invito del direttore generale Rai, Alfredo Meocci, dovrebbe tornare all'azienda di Stato in autunno per condurre un programma sulla storia della televisione italiana. Lui, che ne è stato protagonista, ne è entusiasta. Anche perché per anni si è lamentato di non avere uno spazio adeguato su Mediaset.
«Mike ha tanta voglia di fare - replica il direttore di Rete 4, Giancarlo Scheri -. E noi puntiamo su di lui per una importante prima serata. Ciò non toglie che possa comunque decidere di andare in Rai in autunno. Sempre che Mediaset gli dia il permesso, come lui stesso ha detto, visto che ha un contratto con noi». Il nuovo quiz di Bongiorno si va a inserire perfettamente in una rete che negli ultimi anni è passata da un pubblico prevalentemente femminile a una platea più maschile e anziana. A Giancarlo Scheri, l'artefice di questo passaggio, direttore di Rete 4 da gennaio 2001, professore universitario (alla Cattolica tiene un corso dal titolo altisonante «Strategia, riposizionamento e consumo dei prodotti mediali»), preme sottolineare di aver raggiunto questo obbiettivo senza perdere ascolti, anzi aumentandoli: nell'anno solare 2005 la rete ha raggiunto l'8,6 per cento di share nelle 24 ore e l'8,9 in prime time. «Abbiamo centrato - dice - la missione affidataci: l'obiettivo di ascolto è infatti dell'8 per cento».
Però i dati mostrano una flessione degli spettatori tra i 25 e i 44 anni, la parte di pubblico su cui Mediaset punta perché appetibile per gli inserzionisti pubblicitari...
«Si tratta di percentuali minime. E poi non bisogna dimenticare che, nonostante questo sia il pubblico privilegiato di Mediaset, la nostra rete si indirizza in particolare a una fascia più anziana, in concorrenza con Raiuno. Essendo gli altri due canali dell'azienda destinati a una platea più giovane».
In effetti, a essere precisi, c'è un calo (-0,65 per cento) anche degli spettatori sopra i 55 anni...
«Nulla di cui preoccuparsi. Il fatto importante è che con l'introduzione dei programmi di divulgazione storico-scientifica, dei telefilm polizieschi e americani, del calcio, abbiamo catturato anche quella parte di pubblico maschile e acculturata tradizionalmente più vicina alla Rai. Ancor più significativo: siamo riusciti a creare fidelizzazione, cioè ad affezionare il pubblico ai nostri prodotti».
Unoperazione realizzata con poca fantasia: a Rete 4 si imputa di aver «travasato» i programmi di Raitre. Alcuni esempi: Appuntamento con la Storia è ripreso da La Grande Storia, Mela Verde da Bell'Italia e Sai Xché? da Gaia. Per non parlare del circo...
«Sono accuse assurde. I prodotti si somigliano tutti quanti. È difficile stabilire la primogenitura di un genere. In ogni caso, Rete 4, ha avuto il coraggio di inserire nel proprio palinsesto dei prodotti di divulgazione culturale. Un compito innato per Raitre, non altrettanto per un canale commerciale. Anzi, sono gli introiti pubblicitari che ci permettono di offrire al pubblico programmi come quelli di Cecchi Paone o i documentari dedicati alla Giornata della memoria come quelli in onda in questi giorni».
Un compito arduo vista anche la concorrenza sempre più temibile dei canali Sky che offrono un ventaglio enorme di proposte, sia culturali sia cinematografiche...
«Non per nulla ci siamo attrezzati per garantire un'offerta alternativa colta e raffinata. Ma non dimentichiamoci che noi restiamo una rete generalista e Sky è a pagamento».
Per garantire una buona offerta, però, bisogna produrre molto «in casa». Invece Rete 4 viene definita la rete juke-box: una serie infinita di film, telefilm, soap e serie comprate dall'estero.
«A parte che la produzione interna ammonta a mille ore all'anno (di cui 100 dedicate alla storia), bisogna anche ricordare che in un'azienda ogni rete ha una missione e un budget diverso per essere complementari: le produzioni si concentrano su Canale 5. A noi spetta soddisfare altre esigenze: appunto film e telefilm. Anzi, noi andiamo fieri di riuscire a proporre, oltre ai blockbusters, anche pellicole di qualità».
Oltre a Mike, altre novità in arrivo?
«Dal 6 febbraio L'Antipatico di Maurizio Belpietro passa da Canale 5 a Rete 4: andrà in onda tutte le sere, dal lunedì al venerdì, alle 23. Da fine marzo ci sarà la mini serie francese d'azione e mistero Dolmen. Infine in arrivo le nuove puntate di Unità speciale, Criminal Intent, Top Secret, Vivere meglio e Solaris».
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