«Ero terrorizzata, confusa. E adesso non ho più nulla, mi hanno portato via tutto». La chiameremo Maria. È la signora di 81 anni, che abita a Castelletto e che qualche settimana fa è stata raggirata da due false carabiniere che le hanno portato via 4mila euro e oltre 60mila euro di gioielli di famiglia. I ricordi e i sacrifici di una vita. «Tutti mi dicono che sono stata fortunata che non mi abbiamo ferito, magari ucciso... ma io creda, vivo nellincubo, non so pensare ad altro. Non mi dò pace per non aver capito che quelle due erano due malviventi, due ladre». Donne che si sono approfittate delle buona fede di una donna anziana, come avviene purtroppo, molto spesso nelle nostra città. La differenza è che questa volta la vittima ha voluto parlare con il suo Giornale, raccontare a viva voce il dramma di quei minuti. E lo sconforto del dopo. Perché altre donne come lei non si sentano inutili e sole.
«Lo scorso 23 ottobre, appena uscita dall'ufficio postale, mi ha fermato una ragazza, una donna di circa 35 anni, che mi ha spiegato che con la firma di certi documenti avrei avuto diritto ad alcuni arretrati della pensione che ancora non mi erano stati versati. Al momento ho ritenuto plausibile la faccenda e poi, cosa vuole, mi facevano comodo - racconta la signora Maria - Così siamo arrivate fino a casa mia, in corso Armellini. Lei voleva entrare: ma io le ho spiegato che non avrei fatto entrare nessuno». «Se vuole firmo le carte qui, davanti alla porta» le ho detto. Questa donna si è allora qualificata come maresciallo dei carabinieri in borghese, aveva anche il distintivo, ma non sono riuscita a leggere il nome: «stiamo indagando su un giro di denaro falso. Abbiamo fatto delle indagini e tutto parte dalle Poste di via Assarotti. Lei mi dovrebbe far entrare in casa per controllare che non ci siano banconote false nel suo appartamento». «Io non mi fido» le ho risposto. A quel punto questo maresciallo, finto, dei carabinieri ha fatto una telefonata con il suo cellulare. Ha parlato un po' al telefono e poi mi ha passato l'apparecchio: «Signora - mi sono sentita dire - sono un maresciallo dei carabinieri di Genova. La mia collega è uno stimatissimo agente dei carabinieri che sta conducendo approfondite indagini su un giro di soldi falsi: se lei non collabora la arresteremo per intralcio alle indagini».
«Io mi sono spaventata - continua la signora - Ho avuto paura che mi potessero arrestare: i miei figli sono tutti lontani, uno a Montecarlo, l'altro in Germania. E mia figlia era a Londra quei giorni. Chi mi sarebbe venuto a cercare? L'ho lasciata entrare e ho tirato fuori tutti i miei risparmi: lei aveva una macchinetta che passava sulle banconote. Mi spiegò che se faceva bip significava che la banconota era falsa. Solo 50 euro risultavano buoni. Non sapevo che fare, ero disperata». «Ma dunque ho perso tutti i miei soldi? le ho domandato. Lei mi ha risposto di non preoccuparmi, che bastava andare in banca e farseli cambiare: "Signora, però è probabile che lei abbia anche speso parte del denaro fasullo prima che io potessi controllarlo. Per evitare che lei sia associata a questo traffico, ho bisogno di visionare oggetti di valore o gioielli che ha comprato negli ultimi tempi». Il racconto continua «Io non avevo comprato nessun gioiello, ma dalla banca avevo da poco ritirato dei gioielli: le mie nipotine si sono laureate e volevo regalare loro un oggetto di famiglia, un bel gioiello ciascuna». Alla fine la signora capisce che le due donne nascondono qualcosa, le due scappano, lei finisce a terra.
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