RomaOnorevole Giachetti, lei oggi ha fatto il ribelle. Le hanno detto qualcosa dal partito per il suo voto di astensione sui fondi ai terremotati?
«Non ancora...».
Cè cuore o polemica dietro alla sua decisione?
«Sono andato spesso allAquila nei giorni dellemergenza, ho toccato con mano».
Non ha tentato di farsi seguire da qualcun altro in aula?
«Qualcuno mi ha seguito».
Pochissimi. Il Pd ha seguito le ragioni della politica, lordine era votare «no», giusto?
«Cè stata unindisponibilità della maggioranza a tutte le nostre proposte, ritenute credibili dal governo e dal relatore, ma poi respinte. Non è che lopposizione sia brutta e cattiva, intendiamoci».
Ma da qui a votare contro la ricostruzione dellAquila...
«La maggioranza non ha accettato nessuna modifica e quindi non potevamo votare a favore. Ma era sbagliato secondo me votare contro provvedimenti che portano una situazione migliore».
Se il decreto sul terremoto non fosse passato per colpa vostra?
«Cera questo rischio. Abbiamo avuto votazioni con due, tre voti di scarto. Se sul voto finale per irresponsabilità di qualcuno nella maggioranza avessimo bocciato questo decreto, cosa avremmo ottenuto?».
Una figura tremenda di fronte al Paese.
«Se fossimo in un Paese normale questo decreto si sarebbe fatto in modo più rapido e più unanime, con il voto di tutto il parlamento. Ritengo che la responsabilità principale sia stata della maggioranza».
Ma questo può bastare?
«Il problema è che cè stata sinora una grande mobilitazione dellItalia per LAquila, e noi dobbiamo tenere conto di questo. Il popolo ha risposto facendo meno sofismi di quelli che facciamo noi. Cera una responsabilità del governo, ma questo non voleva dire che dovevamo votare contro».
Può essere che il centrosinistra bocci i fondi per i terremotati per tutelare le seconde case?
«Ma non è solo questo. Per noi cera lesigenza di non umiliare le amministrazioni locali nella fase della ricostruzione, e le seconde case non potranno essere ricostruite con ordinanze, che non si possono sostituire alla legge. Qualche passo in più verso quella gente era doveroso, non sono agitati dai comunisti».
Quando ha annunciato la sua decisione?
«La comunicazione lho data al direttivo di ieri mattina. Ma da subito avevo precisato che non avrei mai votato contro. Al Senato il Pd si era astenuto...».
Stavolta bisognava votare con il cuore?
«Io non ne faccio un problema di coscienza, ma penso che la coscienza si debba muovere quando si fa politica.
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