«Non siamo disposti a scioglierci: il Pd dev’essere una forza aperta»

Il radicale: «Confluiremo in un grande partito riformatore solo nell’ambito di un cambiamento delle istituzioni in senso anglosassone»

da Roma

Onorevole Cappato, scioglierete il Partito radicale per correre con Veltroni?
«Devo rispondere a Castagnetti?».
Non è l’unico a non volervi alleati.
«Anche il Pci prevedeva due tessere, e quindi a maggior ragione dovrebbe consentirle il Pd, che dice di nascere come un partito aperto».
E in prospettiva?
«Noi siamo pronti da molto tempo a scioglierci in un grande partito riformatore nell’ambito di una riforma anglosassone, americana delle istituzioni e del sistema elettorale. E quindi quando questo ci venisse proposto...».
Vi è stato proposto?
«Ora nessuno ci ha proposto nulla».
Ma sareste pronti a confluire in un grande soggetto riformatore?
«La presenza elettorale autonoma dei radicali sarebbe superata da una riforma delle istituzioni. Ma non possiamo farlo da soli».
Se vi alleate con Veltroni come convivrete con i cattolici?
«Noi con i cattolici abbiamo vinto le grandi battaglie civili del Paese».
Con o contro?
«C’è un cattolicesimo liberale che è espulso e cancellato dalle gerarchie del Vaticano, ma che è vivo nel Paese. Con i cattolici laici ci troviamo bene».
Aborto, fecondazione assistita, eutanasia, diritti dei gay. Volete questi temi nel programma del Pd?
«Non pretendiamo che questi punti siano nel programma. Non abbiamo cambiato le nostre idee, ma non abbiamo condizioni da porre, né autolimitazioni sul piano dell’iniziativa politica. I temi etici non segneranno le politiche dell’alleanza».
Lei dice che i temi etici non saranno un problema, ma la vostra storia?
«Senza la sinistra comunista conservatrice e senza il trasformismo mastelliano, sono venuti a cadere i due principali elementi di ricatto e di instabilità della coalizione. Un impegno insieme con il Partito democratico su obiettivi riformatori in materia economica, di giustizia e delle istituzioni sarebbe molto utile per cercare di vincere anziché di perdere le elezioni».
Chiederete comunque una legge sull’eutanasia nella prossima legislatura?
«Vogliamo la regolamentazione dell’eutanasia contro l’eutanasia clandestina».
E ribadite la volontà di riforma della legge 40 sulla fecondazione assistita?
«Piero Fassino ha ripetuto per mesi in tv che la legge 40 è sbagliata. Immagino che sia rimasto della stessa opinione».
Ma i cattolici, alcuni nel Pd, la pensano al contrario.
«Ignazio Marino per esempio è un cattolico ma è una persona con la quale c’è dialogo».
E i teodem?
«È chiaro che c’è una forza che si consolida a destra in modo militarizzato e a sinistra in modo sempre più convincente per fare della politica clericale una strategia sempre più organizzata. Ma la base elettorale del Partito democratico, l’opinione pubblica, non è d’accordo a inserire restrizioni sulla legge sull’aborto, non è favorevole alla discriminazione degli omosessuali.

La linea anticonciliare del Vaticano sta già provocando anticorpi all’interno del mondo cattolico».
Ha un messaggio per Paola Binetti, rappresentante dei teodem, con cui vi siete scontrati più volte, sua futura possibile alleata?
«Non ho un messaggio da lanciarle, ci conosciamo bene...».

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