Non solo spiagge C'è un'isola di sentieri fra boschi e nuraghi

Non solo spiagge bellissime e mare incontaminato. Al di là dei percorsi turistici più noti, c'è un'altra Sardegna da scoprire, fatta di sentieri in mezzo a boschi, zone montuose ancora sconosciute al turismo di massa, colline ricoperte da vigneti e sughereti, e insediamenti preistorici, di cultura nuragica e prenuragica. Basta deviare dai soliti percorsi, per rendersi conto che la Sardegna è un'isola fatta di sentieri, da esplorare a piedi o in mountain bike. Come si può scoprire alla Bitas, la Borsa del turismo attivo giunta alla quarta edizione, che si terrà a Bosa (Oristano) dal 12 al 17 marzo 2013. I sentieri dell'Iglesiente per esempio si sviluppano fra la costa sud-orientale, disseminata di falesie e spiagge dorate, e l'entroterra montuoso, caratterizzato dai vecchi impianti minerari trasformati in parco geologico. La base ideale da cui partire è l'ex borgo di Buggerru, nato nell'Ottocento attorno alla miniera di Malfidano e oggi riconvertito al turismo. I sei sentieri di questo territorio permettono di scoprire, oltre alle bellezze naturali, anche le tracce di una storia millenaria, disseminati come sono di insediamenti paleolitici e punici, monumenti relativi al periodo della colonizzazione pisana, e miniere. Il sentiero più popolare di quest'area è il D-301: lungo 10 chilometri, per 245 metri di dislivello, passa attraverso il villaggio minerario fantasma di Pranu Sartu, e dalla baia di Cala Domestica, per proseguire lungo i resti di una ferrovia elettrificata, in direzione Punta Sa Grutta-Genna Arenas. Camminando sulle montagne della Barbagia si può invece conoscere il cuore più selvaggio e incontaminato della Sardegna: i sentieri sono quattro, e percorrendoli, si incontrano gli antichi ovili, le caratteristiche abitazioni rurali della zona, le botteghe artigiane di Belvì e Aritzo e una golosa gastronomia locale che offre carni, formaggi, dolci, e vini, tra i quali spicca il Cannonau.
Un motivo in più per visitare questo territorio è l'iniziativa «Autunno in Barbagia»: fino al 16 dicembre alcuni centri della provincia di Nuoro ospitano, a turno ogni weekend, una rassegna di eventi culturali, artistici e gastronomici. Poi, per chi volesse cimentarsi in percorsi più faticosi, c'è l'altopiano del Supramonte Ogliastrino: con un'altezza media di 900 metri, dominato dal Monte Corrasi (1.463 metri), presenta sentieri impegnativi, ma promette agli escursionisti coraggiosi vere meraviglie paesaggistiche: il territorio infatti è tagliato dalle «codule», valli profonde che sfociano a mare, bucando le pareti calcaree del litorale con effetti spettacolari. Tra questi sentieri c'è il B-181: lungo ventidue chilometri e con un dislivello di 1.050 metri, parte da Sa Portiscra - dove è possibile visitare l'Oasi faunistica del cervo sardo - e permette di ammirare tesori archeologici, come il villaggio nuragico di Or Murales. La meta si trova sulla costa: attraverso il canyon di Codula di Luna, si raggiunge infatti la splendida spiaggia di Cala Luna, nel Golfo di Orosei.
Anche le zone montuose del Goceano e del Marghine, e quella collinare del Mandrolisai, sono poco frequentate dai turisti. Lungo questi sentieri ci si imbatte in numerosi insediamenti preistorici: monumenti funerari per sepolture collettive di età nuragica, tombe prenuragiche scavate nella roccia, e infine i nuraghi, i monumenti più diffusi, con la loro struttura di pietra a torre coperti da una volta a falsa cupola. Questo territorio offre percorsi alla scoperta della storia millenaria della Sardegna e si iscrive nella nuova strategia della Regione per valorizzare il turismo dell'isola.

L'obiettivo è far scoprire ai visitatori nuove mete, all'insegna della destagionalizzazione, delocalizzazione e diversificazione dell'offerta, e chiarire una volta per tutte che il mare sardo è sì bellissimo, ma che il resto dell'isola non è da meno.

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