da Brescia
Si è conclusa con un colpo di scena dopo, 15 anni dai fatti, la vicenda delluccisione di Walter Cominelli, luomo che nel dicembre 1992 fu ucciso a colpi di pistola e poi gettato in un forno fusorio di unazienda di Caionvico, una frazione di Brescia. Per il delitto fu accusato il fratello Claudio, che lavorava come artigiano del marmo in un ditta vicina a quella dove fu fatto sparire il corpo dellallora trentaquattrenne. Il pubblico ministero della Procura di Brescia Francesco Piantoni aveva chiesto per il fratello della vittima una condanna a 30 anni. Ma la Corte dassise ha assolto limputato con formula piena, «per non aver commesso il fatto».
Per il medesimo delitto nel maggio scorso, al termine del processo celebrato con rito abbreviato, erano stati assolti Albino Generali e Pierluigi Zucchinali. Walter Cominelli venne gettato, nella notte tra il 16 e il 17 dicembre del 1992 in un forno fusorio di unazienda. A dare lallarme erano stati gli operai di unindustria vicina che avevano udito unesplosione intorno alla mezzanotte.
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