Cronache

«Non vogliamo un futuro chiavi in mano»

Gli abitanti chiedono di vedere il progetto Marinella prima che venga realizzato

Maria Vittoria Cascino

Nemmeno in sogno riesci ad immaginarlo il progetto Marinella. Che va a ridisegnare l’ultimo lembo di Liguria in direzione Versilia. Che porta la firma della Marinella Spa, società del Monte dei Paschi di Siena, votata allo sviluppo della Bassa Val di Magra e della Tenuta Marinella. Che promette 900 posti barca, 500-700 residenze, 200 esercizi commerciali, 25 stabilimenti balneari. Per un totale, euro più euro meno, di 300 milioni. Investimento che in parte sosterrà la società e in parte un partner qualificato, già individuato, che dia un contributo di esperienze specifiche nei settori della ricettività e dello sviluppo di iniziative immobiliari complesse. Mentre gli abitanti di Ameglia e Sarzana, comuni coinvolti nell’operazione, fanno «Oh». Nessuno s’era mai sognato di mettere le briglie a quella terra di mezzo, alla piana del Magra che corteggia il fiume, alle migliaia di barche impigrite sulle sponde, all’arenile che gli operatori si rosicchiano e s’inventano. L’ultima versione del progetto viene presentata nell’agosto 2004 a Regione, Provincia della Spezia, i due Comuni ed Ente Parco Montemarcello. Un paio di assemblee pubbliche per raccontarlo a chi lì ci vive, poi basta.
E qui cominciano le grane. C’è Liberamente, un’associazione di Ameglia nata nel luglio 2004, che mica lo digerisce questo pacchetto chiavi in mano. «Per noi è una grossa speculazione edilizia - butta lì Gianfranco Ferrari -. Poi non siamo così certi che non modifichi l’equilibrio ecologico. È prevista la darsena scavata su una sponda del fiume. Ma sotto c’è la falda acquifera e c’è il problema del cuneo salino. Rischio riconosciuto anche da loro». Poi c’è la questione posti barca: «Dal ponte Magra alla foce se ne contano 900 - precisa Luciano Monno, altro associato - Sono gli stessi che finiranno in darsena? Se sì allora parliamo di sgombero forzato? E chi gestirà il porto? Qui ci sconvolgono tutto. La piana del Magra, 250 ettari per strutture produttive, hotels, centro ippico, beauty farm e agriturismo, resta di proprietà del Gruppo che magari lì ci porta i prodotti di altre regioni. Hanno già chiesto all’Acam l’allaccio per 10.000 persone. E Ameglia conta 4500 anime. Siamo rovinati».
Mentre gli uomini di Liberamente organizzano un tour sui «luoghi del delitto», come li chiamano loro, il progetto cammina a passo svelto. Tanto che all’ultimo Salone Nautico la società Marinella promuove una tavola rotonda per comunicarne gli sviluppi. Ti dicono che è approdato in conferenza di servizi, che significa avvio ufficiale della procedura autorizzativa e sono tutti contenti: incrociandole dita si parte a fine anno. Chiedi al vice presidente della società Maurizio Pozzi perché quel progetto non te lo fanno vedere almeno in fotografia: «Non è questo il punto - insiste Pozzi - Adesso che verrà esaminato ufficialmente è giusto che la gente lo conosca. Comunque negli uffici di Marinella è a disposizione». Ti spiega che prima era essenziale discuterne con gli enti e le categorie interessate, altro che media. «Tant’è vero che la fase di sviluppo è avvenuta per passaggi graduali e va avanti dal ’99. Questo è un esperimento pilota del Monte dei Paschi, che mette in moto decine di soggetti. Che lavora per cambiare l’approccio imprenditoriale e culturale. Che attiva strumenti consortili per la gestione dei singoli comparti. La scommessa iniziale era proprio rendere economicamente sostenibile l’intuizione sul territorio». E i dubbi della gente? «Non intendo rispondere alle domande polemiche dei singoli». Ma i 900 posti in darsena sono in più? «Macchè, dalla sponda li trasferiamo dentro. É un input per risanare anche la parte a monte del fiume. Gli operatori sono d’accordo sulla creazione del polo nautico e d’un porto giardino». E l’azienda agricola? «Resta di proprietà del gruppo perché la garanzia della corretta funzionalità è data solo da chi ha condotto la trattativa con gli operatori». E la cementificazione? «Il nostro è un progetto anti-speculazione. Costruiamo per un terzo degli oneri di urbanizzazione che andiamo a pagare. Siamo matti? No, diciamo che è un progetto sbilanciato sulla gestione».
Quindi occupazione. Ma Ameglia e Sarzana riusciranno a sopportare il carico del progetto? I sindaci sono fiduciosi. Un po’ meno un comitato cittadino che ha raccolto 560 firme per esprimere al sindaco Galazzo di Ameglia la “totale opposizione” al progetto di scavo di un’altra darsena in sponda destra del Magra». E si stupisce della corsa presa dal progetto stesso, quando «il 10 settembre il sindaco d’Ameglia diceva pubblicamente che c’era solo un protocollo d’intenti - scrive Gian Piero Pesci, a nome del comitato - Esisteva un progetto ma niente era ancora stato deciso. Non ci sembra sia così. Vogliamo dire al sindaco Galazzo e a tutti gli amministratori di ascoltare noi e non chi sta a monte dell’uomo del Monte». Ma la corsa è inarrestabile. Lo stesso presidente della Regione Claudio Burlando ha fatto un giro nei luoghi del progetto, ipotizzando un rilancio anche della Colonia Olivetti, perché no. Se si deve pensare in grande..

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