Roma

«Non vogliamo trasformarci in Nomadopoli»

Rita Smordoni

Corteo cittadino per le strade del quartiere Colli Aniene, nel V Municipio, ieri pomeriggio, per protestare contro gli insediamenti abusivi di campi nomadi e di extracomunitari. Alla manifestazione, partita alle 18 da viale Bardanzellu, hanno partecipato più di mille residenti. In testa al corteo uno striscione significativo: «Stop Nomadopoli» e tante donne, bambini e anziani armati di fischietti, trombe e fiaccole.
«Siamo stanchi di essere vittime delle ruberie e dei soprusi che compiono i nomadi che vivono nel nostro quartiere - ha detto Luigi, un ragazzo che una settimana addietro è riuscito a mettere in fuga un uomo intento a forzare la serratura di un’auto -. Furti e scippi sono da tempo all’ordine del giorno, abbiamo fatto molte denunce, ma nessuno ha preso ancora provvedimenti».
Da diversi anni gli abitanti di Colli Aniene combattono per ottenere lo smantellamento degli insediamenti abusivi con esposti a Veltroni, al presidente del V Municipio, Ivano Caradonna, ed ai vigili urbani, ma senza risultato. Esasperati dalla crescita demografica della popolazione nomade, che ha portato a un aumento considerevole della microcriminalità, vivono ormai in uno stato di assedio.
«Un mese fa - ha raccontato Letizia - i vigili hanno buttato giù una decina di catapecchie in via degli Alberini, nei pressi della Palmiro Togliatti, ma non si sono accorti che a pochi passi da lì sorge una baraccopoli. Da questa zona partono, ogni mattina, diversi furgoni che accompagnano bambini e donne con neonati in braccio davanti a supermercati e negozi a chiedere l’elemosina». La pratica dell’accattonaggio è ormai altamente organizzata e ottimizzata, sotto il profilo dei risultati. «Alcune madri posizionate all’incrocio dei semafori - ha aggiunto Matilde, insegnante di scuola elementare - giustificano la richiesta di denaro con l’esibizione di improbabili certificati medici che attestano ricoveri dei propri figli in strutture ospedaliere». «La soluzione al problema dei campi nomadi abusivi è diventata una questione prioritaria non solo per Colli Aniene - ha affermato il capogruppo di An in V Municipio, Pietro Menicucci, presente alla manifestazione -, ma per la sicurezza dei cittadini dell’intero municipio, considerando che nel nostro territorio è stimata la presenza di 5mila rom sparsi tra 4 campi attrezzati e una miriade di insediamenti abusivi». «Siamo diventati la discarica di Veltroni - continua il cosigliere municipale - che continua a bonificare altre aree della capitale, riversando a Colli Aniene, Casal Bruciato, Casal De’ Pazzi, San Basilio, Pietralata, Case Rosse, centinaia di extracomunitari che sfuggono ai controlli delle forze dell’ordine e creano alloggi di fortuna dove capita». «Il numero considerevole di nomadi presenti nel V municipio - ha affermato dal canto suo Vincenzo Piso, presidente della Federazione Romana di An, in prima fila con i manifestanti - e l’esasperazione degli abitanti, dimostra la totale mancanza di strategia sul problema dei nomadi da parte del Campidoglio. A nulla serve l’opera di risanamento e riqualificazione dei campi nomadi che Veltroni promette di attuare, se non è accompagnata da un contestuale smantellamento degli agglomerati abusivi che sorgono all’interno del Raccordo anulare».

«È impensabile - continua il consigliere comunale - pensare di integrare in una città ormai al collasso, una popolazione di 15mila nomadi che ha al suo interno sacche di criminalità organizzata, senza aspirazione alla civile convivenza».

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