La nonna: «Dio ci lasci la bimba»

La preghiera per tutta la notte, poi il miracolo e le lacrime

da Milano

«Sono contento... Questo è l’ospedale meglio attrezzato di tutta la Lombardia, sapevo che la mia piccola era in buone mani. Così com’ero certo che, se dopo il primo ricovero all’ospedale di Garbagnate, persino una volta qui, al Niguarda, i medici non hanno potuto fare nulla per la sua mamma, è perché non c’erano davvero più speranze. Abbiamo dato il nostro assenso per l’espianto degli organi. Lo dobbiamo ai medici, a chi ha permesso che Cristina vivesse... La sua mamma l’avrebbe voluto».
Il giovane papà di Cristina - un ragazzo che avrà al massimo una trentina d’anni - ieri mattina era lì, nelle corsie dal reparto di neonatologia e terapia intensiva neonatatale del Niguarda, al primo piano del padiglione Antonini-Rossini, quando la sua bambina è venuta alla luce. Era arrivato di corsa, dalla Bergamasca, insieme alla suocera, quando dall’ospedale lo avevano avvertito che le condizioni della sua donna stavano progressivamente peggiorando. E che la piccola sarebbe dovuta venire al mondo di lì a poco.
«Era molto preoccupato» ci raccontano all’ospedale coloro che lo hanno sentito di persona scambiare poche parole con i medici e il personale prima e subito dopo la nascita di Cristina.
«Che Dio ci lasci la bimba» ha continuato a ripetere la nonna della piccola tutta la notte. E quando Cristina è nata, la donna piangeva. Del resto la poveretta è reduce da una tragedia, ma anche da un miracolo: mentre perdeva per sempre sua figlia, infatti, acquistava una nipotina. Che avrà bisogno di lei per non sentire troppo la mancanza di quella mamma andatasene prima ancora di poterla vedere.


Poi, in serata, completata l’osservazione di otto ore richiesta dal protocollo delle donazioni, un atto di generosità che forse è stato però anche il momento più difficile della giornata: madre e marito hanno infatti dato il loro permesso perché la salma fosse portata in fretta (pena il danneggiamento degli organi) in sala operatoria per l’espianto di fegato, rene e cornee.

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