Telefonate anomime di minaccia e scherno. Cè anche questo infame capitolo nella storia dolorosissima della famiglia Giusto che in questi giorni non è ancora nemmeno riuscita a capire se Maria sta bene né se potrà mai rivederla. Maria Elena Dagnino Bornacin, «nonna» della bimba bielorussa, si è vista costretta a presentare una denuncia ai carabinieri di Arenzano per una serie di telefonate anonime che la perseguitano da giorni. «Un fatto spiacevolissimo - commenta - ma che rientra nel brutto clima di questi giorni». Clima alimentato anche in alcuni forum on line da persone si allenano nello sport del linciaggio alla famiglia Giusto, senza pensare un momento al dolore di una bambina.
Intanto Cogoleto è al centro di un caso internazionale. Non solo la stampa italiana e bielorussa si occupano della storia di Maria, ma anche mezzi di informazione americani, tedeschi e spagnoli hanno raccontato la vicenda arricchendola di commenti. «Ho appena finito di parlare con una giornalista portoghese - racconta ancora Maria Elena Dagnino -, anche loro si sono occupati della bambina. Volevano sapere come sta, cosa fa, ma non sappiamo nulla neanche noi, hanno alzato una cortina impenetrabile». La storia di Maria e dellamore che un piccolo paese come Cogoleto, compatto, ha saputo dare alla piccola e alla famiglia, è al centro di molte storie raccontate su Internet e sui giornali internazionali. Linglese The Guardian, il sito dinformazione on line El Cerro in spagnolo, lIllinois Times negli Stati Uniti, e molte agenzie tedesche. Il caso è diventato il tema di una puntata del talk show più visto a Mosca, durante il quale i Giusto hanno potuto dare la propria testimonianza in video dallItalia.
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