Caro Granzotto, sono un nonno che ha la fortuna di poter fare il nonno e non il pensionato che distribuisce becchime ai piccioni nei giardinetti. Mia figlia e suo marito mi affidano i figli ben volentieri e io altrettanto volentieri mi presto. Racconto delle storie, li seguo mentre fanno i compiti e la domenica mattina dopo la Messa me li porto a vedere un monumento della città che illustro nella maniera più romanzesca possibile. Vengo al dunque: sarà colpa delletà e della memoria non più tanto salda, ma quando ieri Tina, la nipotina di undici anni, guardando fuori dalla finestra la pioggia che cadeva mi ha chiesto: «Nonno, ma come si dice, che ha piovuto o che è piovuto?» non ho saputo risponderle. Ho preso tempo, mi sono consultato al telefono con vecchi amici e chi diceva «è piovuto», chi «ha piovuto» e chi mi assicurava che si può dire in tutti e due i modi. Però nessuno ne era certo al cento per cento. Per fortuna la nipotina ha dimenticato la domanda, ma a me il dubbio resta e siccome lei scrisse per il Giornale un bellissimo testo sullitaliano, dove però non ho trovato la soluzione del dilemma sulla pioggia, mi rivolgo a lei fiducioso: ha piovuto o è piovuto?
Lei sarà anche un nonno fortunato, caro Baldissero, ma fortunatissimi, nati con la camicia, sono i suoi due nipotini. Nonni che facciano i nonni se ne vedono ormai pochi, in giro. Vi hanno messo in soffitta perché nella famiglia progressista, al passo coi tempi, non avete un ruolo. Anzi, sareste dannosi: rappresentando il passato quando oggidì conta solo il presente, finite per influenzare negativamente i nipoti, magari insegnando loro il rispetto, losservanza delle regole e della creanza ponendo così un freno alla loro libertà di esprimersi, al loro diritto (umano) di «realizzarsi», di scegliersi il «percorso» e di costruire il «vissuto» senza le pastoie degli stupidi, antiquati (e gratta gratta fascisti) autoritarismi. Il pressante appello al fulmineo ricambio generazionale - che naturalmente si è sempre verificato nei tempi e nei modi dovuti perché se natura non facit saltus, figuriamoci la materia cerebrale - ha poi caricato di biasimo la figura del nonno (e, ovviamente, delle nonne): con «simpatico nonnino» riferito a McCain, Obama intende «quel vecchio rincitrullito», non ci son santi. Si è arrivati persino a cavare da una parola che fino allaltro ieri evocava bonomia e affabilità, un termine, «nonnismo», dai contorni criminali. Per fortuna ci sono però persone come lei, caro Baldissero, che tengono testa alla nonnofobia e rifiutano di sottomettersi agli umilianti riti - il trekking nel Nepal, la blefaroplastica, quelle cose lì, insomma - imposti dalla vulgata giovanilistica preferendo tenersi occupato in una attività praticata con grande successo e soddisfazione da svariate decine di migliaia di migliaia danni: fare il nonno. Ci risiamo, sono andato un po fuori tema: rimedio subito. Anche se i verbi impersonali generalmente vogliono lausiliare «essere», quando di significato meteorologico - piovere, nevicare, grandinare eccetera - gli si adatta anche lausiliare «avere». E dunque si può dire indifferentemente, secondo i gusti o lorecchio, «ha piovuto» e «è piovuto».
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