Dopo mesi di crisi politica nella maggioranza e nel consiglio del Municipio Levante, lunedì sera si è arrivati alla resa dei conti. E dire che la seduta era iniziata sotto i migliori auspici, con l'illustrazione da parte dell'assessore Alfieri della riconversione abitativa dell'ex edificio produttivo Til - Fischer in via Romana della Castagna. «Si tratta di 32 abitazioni e altrettanti box - ha spiegato - Abbiamo chiesto ai progettisti di realizzare dei parcheggi a raso in più e un eventuale senso unico da via Cotolengo a via Romana della Castagna per non sconvolgere la viabilità. Abbiamo dei dubbi sul'impatto che può avere l'opera sul territorio, ma al tempo stesso porterebbe più di 2 milioni di euro da investire in opere d'urbanizzazione che ad oggi sarebbero una manna dal cielo». Affrontato questo ordine del giorno, il mare piatto sul quale navigava il consiglio è divenuto tutto d'un tratto tempestoso, partendo dalle dichiarazioni del consigliere Pdl Moretti. «Sono convinto che in questi mesi non si sia lavorato bene, siamo qui a perdere tempo senza arrivare mai ad alcuna conclusione - ha attaccato - Esigo delle risposte dalla giunta e finché non le avrò continuerò con la mia posizione, abbandonando l'aula».
Lasciata la sala consiliare, il discorso di Moretti è stato ripreso dalla consigliere Viani: «Mi aspettavo risposte dal partito (il Pdl, ndr), dalla giunta e dalla maggioranza che invece non sono mai arrivate - ha aggiunto - Facciamo delle richieste in commissione che poi vengono misteriosamente ignorate». Puntuale la replica ai malumori espressi dai due consiglieri del Pdl da parte del capogruppo del Pd Calisi: «È da un anno che la maggioranza ha dei problemi e non può pensare di risolverli posticipando sempre la questione senza affrontarla mai». Ma a scatenare il vero e proprio patatrac è stato il fuoco «amico» del consigliere Pdl Di Maria, il quale, appena ha osservato come «non si possa usare questa sede come un confessionale» è stato interrotto da una furibonda Viani che ha sbottato: «Non accetto lezioni da un ragazzo appena entrato in politica. Chiedo che gli venga tolta la parola». Al disappunto del presidente e dei consiglieri, di maggioranza e minoranza, che hanno ricordato come tutti in democrazia abbiano diritto di dire la propria opinione, la Viani ha risposto rincarando la dose contro Di Maria: «Sono trent'anni che faccio politica, tu dovevi ancora nascere quando io ho iniziato!» prima di abbandonare l'aula, seguendo il collega Moretti.
Diverse le reazioni, anche se tutte accomunate dallo sgomento per i continui scontri in Municipio: «Mi scuso con i cittadini qui presenti per la pessima scenata - è la replica dell'accusato Di Maria - Più di due mesi fa ho mandato una lettera sulla crisi creatasi in Terza Commissione, dove dalle dimissioni del presidente Moretti non si è più eletto un nuovo presidente, favorendo una lunga fase di stallo nei lavori. Non ho ancora ricevuto una risposta ma non mi sognerei mai di ricattare il lavoro dell'intero consiglio allontanandomi dall'aula come fa qualcuno». «Non possiamo più prendere in giro il territorio per colpa dei problemi della maggioranza - è stato l'urlo lanciato dall'opposizione, con Calisi e Raffaelli in testa -. A questo punto chiediamo le dimissioni da parte della maggioranza».
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