Il nono mondiale? Ecco perché Vale come un capolavoro

9 MONDIALE 2009 MotoGp
È un campionato diviso fra prodigi ed errori in gara e una guerra di nervi fuori pista. I prodigi sono le corse che non t’aspetti da un trentenne che impenna ininterrottamente da quattordici lunghissimi anni. Capolavori come il sorpasso all’ultima curva di Barcellona ai danni del compagno Lorenzo, spagnolo orgoglioso come il pubblico sugli spalti quel giorno. Mica poco. Le cappelle, visto che Vale gli errori li chiama così, sono lo scivolone di Indy e i pasticci portoghesi che hanno permesso al compagno rivale di riavvicinarsi. Un mondiale di errori, da una parte e dall’altra, causa piloti al limite su ugual mezzo per colpa di mamma Yamaha che a un certo punto si è scordata di chi l’avesse risuscitata e di chi fosse prima guida. Però anche una guerra di nervi, visto che il Dottore ha saputo domare il giovane compagno, tanto simile a lui quanto capace di tenerlo sempre sulla corda. Una guerra di nervi che ha mietuto un’altra vittima: l’altro fuoriclasse del motomondo, Casey Stoner, finito per mesi a casa, causa troppo stress e malanni indefiniti.
10 MONDIALE 2008 MotoGp
Per la prima volta in carriera si ritrova al via dopo due anni da perdente. Per la prima volta in carriera è reduce da uno sputtanamento a reti quasi unificate causa i guai con il fisco. Per la prima volta - a parte i suoi fratelli certificati, sicuri, da mano sul fuoco come la tribù di Tavullia e Uccio e William e Davide e Jeremy e pochi altri dentro la Yamaha - è costretto ad aprire gli occhi per fare la conta tra amici e nemici, scoprendo che i secondi sono tantini. E ancora, per la prima volta si ritrova accanto un vero fuoriclasse voglioso di far carriera a sua immagine e somiglianza: Lorenzo. Per la prima volta gli tocca tirare fuori davvero tutto lo strameglio che ha dentro: succede a Laguna Seca, contro Stoner, fra cavatappi e sabbia e paura. Per la prima volta, perché la seconda arriva quest’anno, a Barcellona, vittima Jorge Lorenzo, «il mio sorpasso più bello di sempre...».
6,5 MONDIALE 2005 MotoGp
Iridato con quattro gare d’anticipo e sarebbero state cinque se non ci fosse stato un pasticciaccio giapponese con Melandri. Ma proprio in Malesia, come ieri, ecco arrivare il titolo numero 7. Giusto per ricordare: quell’anno conquista 11 successi su 17 Gp. Nulla è mai facile anche se Vale ha la dote innata di far sembrare tutto semplice. Diciamo che allora non fu difficilissimo...
10 MONDIALE 2004 MotoGp
«Pensa se non ci avessi provato...» racconterà e scriverà nel suo libro l’anno dopo. Pensa se non avesse lasciato l’armata Honda - che ora senza di lui armata non è più - per andare a risuscitare Brancaleone Yamaha che ora Brancaleone non è più. Pensa. E pensa a Welkom, Sud Africa, gara d’esordio, lui contro un Biaggi ancora Biaggi e per di più su Honda. Vince Vale. E pensa al rivale per il titolo, quel Sete Gibernau contro cui va a prendersi un mondiale da urlo in quel d’Australia. Pensa...
6 MONDIALE 2003 MotoGp
«Quasi quasi vorrei provarci...». E cambiare team e moto e ciao ciao Honda. È l’idea che metterà in pratica a fine stagione, ma a inizio campionato è solo un pensiero che batte forte dentro di lui. In quei mesi, il ritornello è sempre uno e uno soltanto: «Con quella moto lì, la Honda 5 cilindri Rc211V ufficiale, vincerei anche io...». Lo dicono i rivali, i tifosi altrui, forse lo pensa in segreto anche qualche fan valentiniano. Alla fine il Dottore smette quasi di gustarsi appieno i suoi strameritati successi.
6,5 MONDIALE 2002 MotoGp
Pronti e via, tutti vergini sui bolidi della nuova classe regina: la MotoGp. E il più forte se li mette tutti in tasca.
8 MONDIALE 2001 in 500
La moto più bella, la squadra più forte, il pilota del futuro. Valentino Rossi, dopo un anno di apprendistato sulla Nsr 500 quasi clienti e quasi ufficiale, monta in sella a quella ufficialissima che fu di Mick Doohan e vince il suo primo titolo della classe regina (e l’ultimo della categoria). Erano moto e bestie da domare, altro che le MotoGp potenti e computerizzate e benefattrici che condoneranno parecchi limiti a certi piloti che Vale troverà poi lungo la strada. Rossi quell’anno corre da Dio, ma eccetto Biaggi, i rivali fuoriclasse non sono degli Stoner o dei Lorenzo. No, no, no...
7 MONDIALE 1999 in 250
L’Aprilia 250 è una gran moto ed è campione in carica. Loris Capirossi ha conquistato fra le polemiche il titolo 1998. Valentino, accanto a lui e Harada, ha fatto apprendistato e non sbaglierà. Fa festa lui, fa festa l’Italia, Italia che fra Loris e Biaggi arriva da un’infilata di ben cinque titoli 250 consecutivi. Per cui un mondiale che non sorprende e che vale perché Rossi ci mette l’anima e perché ad ogni sorpasso imprime sull’asfalto le stigmate del Fenomeno.
10 MONDIALE 1997 in 125
L’Aprilia, quell’anno, è mostruosa, per cui 10 può sembrare esagerato.

Però la mostruosità della moto e la sua potenza vengono in parte ridimensionate dal peso di quel giovane Rossi stangone troppo vistoso per quel micromondo. Lui non guida solo la moto, lui ci sta su da trapezista e inventa traiettorie impossibili e impara trucchi antigravitazionali che gli saranno parecchio utili negli anni successivi.

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