Un falso lutto. È quello che hanno vissuto e dovuto per così dire «digerire» i due bambini di 9 e 10 anni rapiti dal padre e tenuti lontani dalla mamma per cinque lunghissimi anni. Così, la dottoressa Emilia De Rosa, dellunità di Psichiatria infantile del Policlinico Gemelli, con queste due parole, racchiude tutto il dramma dei figli di Eva Sordino, la donna di 32 anni che, finalmente, ieri pomeriggio, al termine di una disperata battaglia, ha potuto rivedere i suoi piccoli. «I due bambini hanno vissuto un lutto che poi si è rivelato falso - spiega la specialista infantile -. È indubbio che un trauma cè stato ma bisognerebbe prima conoscere i bambini, parlare bene con loro, per capire se sono stati veramente segnati. La situazione è certo molto delicata. Ci troviamo di fronte dei bambini che dalloggi al domani non hanno più visto la madre, credendo che fosse morta, hanno vissuto per 5 anni senza un affetto fondamentale per letà evolutiva e per di più, lontani dai luoghi e dai volti cari, sradicati dal loro contesto familiare e persino geografico. Sicuramente hanno sentito che qualcosa non andava, hanno sofferto tantissimo. Ma le capacità dei bambini sono imprevedibili». E proprio per questa capacità di rinascita dei bambini «prima di pensare alla necessità di un aiuto psicologico - conclude la dottoressa De Rosa -, sarebbe necessario valutare lo stato psichico e attendere anche le reazioni successive al nuovo incontro con la madre. Nella speranza che tutte le fasi del riavvicinamento possano avvenire con il percorso più indolore e più naturale possibili».
Atterrati allaeroporto di Fiumicino pochi minuti prima delle tre di ieri pomeriggio, i piccoli Casamonica erano attesi dalla mamma negli uffici della Questura di San Vitale, in centro. Ma il rifiuto dei bambini di vedere la madre è stato fin da subito molto netto: «Ci ha abbandonati - hanno immediatamente raccontato ai poliziotti che erano andati a prelevarli dal terminal -, non ci voleva bene, è stata tanto cattiva con noi».
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