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Il Nord bloccato per 6 ore E tra due giorni di nuovo caos

Stop dei voli per sei ore negli aeroporti del Nord, centinaia di partenze cancellate in tutta Italia e mille voli a terra in Europa. Gli scali sono rimasti chiusi dalle 8 del mattino fino alle 14. Poi il traffico aereo è ricominciato, tra ritardi e singhiozzi. Stavolta gli effetti della nube islandese sono stati più contenuti rispetto al disastro di aprile e l’allarme ceneri è durato solo poche ore. Fortunatamente le correnti in alta quota hanno spazzato via dai cieli italiani la nuvola vulcanica, spedendola dritta dritta verso l’Europa dell’Est e i Balcani. Gli ultimi residui dovrebbero dissolversi nell’arco della notte, facendo tornare alla normalità il traffico aereo, eccetto i voli diretti in Grecia e in Turchia, quelli con destinazione Monaco di Baviera (che ha chiuso le piste alle 15) e Oporto in Portogallo (dove lo scalo riaprirà solo stamattina).
Sei ore di blocco non sono comunque poche e i disagi si sono sentiti, eccome. Negli scali lombardi, tra Malpensa e Linate, sono stati cancellati circa 300 voli e, nella mattinata di ieri, migliaia di persone vagavano in aeroporto in attesa di avere qualche notizia sul loro destino. «Sono sicura che nel pomeriggio non aprirà un bel niente» commentava intorno a mezzogiorno una signora di mezza età, diretta in Cile, scalo a Londra. Per sua fortuna invece gli addetti dei check-in hanno cominciato le operazioni di imbarco già alle 13.30. Alle 14 gli altoparlanti hanno annunciato la riapertura dello scalo. E tutto, lentamente, è ricominciato. Il primo volo decollato da Malpensa è stato quello della Qatar delle 14,26 diretto a Doa. Rimandati invece ad oggi tutti i voli diretti a Pechino. Ripartiti regolarmente anche gli scali di Bologna, Pisa, Torino, Firenze, Venezia. Tutto il Nord Italia ha ripreso quota, assieme agli altri scali europei, compresi molti di quelli spagnoli bloccati da sabato.
A rimanere a terra sono stati in tanti, tra cui molti vip diretti al festival del cinema di Cannes o al gran premio di Formula Uno a Barcellona. Chiuse anche le piste degli scali austriaci: «Se ci fosse un pericolo capirei - è andato su tutte le furie l’ex pilota Niki Lauda, proprietario della compagnia FlyNiki -. Ma non c’è, si gioca con la paura della gente». Dopo aver saputo della chiusura degli scali del Nord Italia, i corridori del Giro hanno subito fatto scattare il piano B, organizzandosi con otto pullman per 350 persone, pronti a caricarli dopo la terza tappa olandese di oggi. Ma, con tutta probabilità, non ce ne sarà più bisogno. Anche il mondo del calcio ha risentito dello stop degli aerei: il vice allenatore del Genoa Bruno Caneo è rimasto bloccato in Spagna e al suo posto è subentrato, per sostenere la squadra nella sfida contro il Milan, l’allenatore della Primavera. A Malpensa l’amministratore delegato di Expo, Lucio Stanca, non ha potuto decollare per New York: «Bisogna avere pazienza» ha commentato durante la lunga attesa.
Insomma, ognuno ha avuto anche stavolta la sua disavventura di viaggio. In parecchi, soprattutto durante le prime ore del mattino, si sono riversati nelle stazioni, prendendo d’assalto i treni, soprattutto per le destinazioni nazionali. Ma - non c’è dubbio - non si sono viste le file a serpentone di metà aprile.
Il livello di attenzione sulla nube resta alto: l’evento potrebbe di nuovo interessare l’Italia tra un paio di giorni.

Lo ha riferito Gelsomina Pappalardo dell’istituto di Metodologie per l’analisi ambientale (Imaa) del Cnr. Per l’esperta «se il vulcano continua la sua attività esplosiva e se il trasporto della massa d’aria è quello previsto dai modelli, ci aspettiamo che la nube arrivi in Italia prima della fine della settimana».

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