Il Nord lavora ma per la tv è mafioso e inquinatore

Altro che mafiosi, siamo «portatori sani di schei». Secondo la Cgia di Mestre sono quattro le regioni con saldo fiscale negativo: Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte. Guarda un po’: il becero e ottuso Nord sommerge la Campania più di quattrini che di rifiuti tossici. Questo ovviamente Saviano non lo racconta nei suoi ancor più tossici sermoni. L’Italia che lavora, però, pedala anche se la Rai con i soldi di tutti ci propina un nuovo Masaniello mistificatore di verità. L’elenco della Cgia è ben più esaustivo di quelli di Raitre: ogni cittadino lombardo paga allo Stato tremila euro all’anno che non rivedrà più, nemmeno sotto forma di servizi. Un veneto quasi mille, un emiliano-romagnolo 736 e un piemontese poco più di 100. Per le regioni restanti è pacchia con saldi fiscali agghiaccianti. Manco a dirlo per Campania (riceve 15.300 miliardi in più di quanto manda a Roma) e Sicilia (18.736 miliardi), ma anche per le regioni a statuto speciale: un valdostano riceve seimila e rotti euro in più di quanti ne dà. Il vero record da Guinness è però questo: i cittadini del Nord di giorno sgobbano anche per il resto d’Italia; la sera accendono la tv e vengono accusati di ogni nefandezza inclusa quella di essere mafiosi. Cornuti e mazziati. La grancassa del meridione romba: da Saviano alla Corte d’appello di Palermo passando per Lombardo, Forza del Sud di Micicchè, Bocchino, Fini e per non tralasciare le liti alla pummarola Mussolini-Carfagna.
Sorprendente a questo punto che la magistratura non abbia scritto che Berlusconi e Bossi siano capi della nota cupola mafiosa dei polentones e per mezzo di Dell’Utri abbiano esportato nel meridione mafia, ’ndrangheta e camorra. Ecco allora che la crisi, l’alluvione, le vessazioni fiscali e burocratiche sulle imprese stanno incendiando il Nord. Se poi sul fuoco soffiano personaggi alla Saviano, ecco che sulle bocche settentrionali inizia a circolare una parolina che Berlusconi e Bossi avevano sapientemente ammorbidito sotto il tappeto del federalismo: la secessione. Che non è uno spauracchio, ma è drammaticamente in corso.
Migliaia le partite Iva migrate nelle regioni con tasse contenute e servizi efficienti seguite ora dai 545 sindaci che iniziano gli iter referendari per «riscrivere le carte geografiche». Chi paga è stanco di essere preso in giro e la secessione, arginata ai vertici della politica, sta arrivando dal basso: dalla gente comune, dal popolo delle partita Iva e dei sindaci. Sa bene Saviano che Iovine nasce, vive, cresce e prospera allo stesso Paese suo.

E se ambedue, il primo lecitamente e il secondo illecitamente, si prendono i soldini in sopravanzo dal Nord non è certo colpa di chi patisce lo scippo. Sarebbe il caso che alla trasmissione degli elenchi dessero lettura di quello dei saldi fiscali regionali: a quei signori, se avessero un briciolo di dignità, non rimarrebbe che dire grazie.
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