Il nord è pronto a spegnere i motori per un giorno. Milano e Torino hanno già lanciato il ponte dei motori spenti per il 28 febbraio, questa mattina cercheranno alleati tra i sindaci di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna. Tutti invitati al vertice anti-smog convocato dal presidente dellAnci Sergio Chiamparino nel capoluogo lombardo. Fa gli onori di casa Letizia Moratti, segno che il patto anti-inquinamento a due è già stretto e cerca di allargarsi. Obiettivo è il blocco del traffico padano. Venezia, Vicenza e Padova hanno già detto sì, non ci sta il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi, indeciso quello di Treviso, aderiscono Reggio Emilia e Piacenza, Bologna valuterà i dati del Pm10 e poi deciderà. In Piemonte, a Biella il blocco sarà parziale, con un allargamento della zona a traffico limitato, mentre sono pronte a vietare le auto Alessandria, Vercelli, Asti, Novara e Cuneo. E il fronte è destinato ad allargarsi. Per quel che serve, è la considerazione più diffusa. Lo dice esplicitamente il direttore generale del Ministero dellAmbiente, Corrado Clini: «I blocchi del traffico sono abbastanza incerti dal punto di vista dei risultati per la riduzione delle emissioni inquinanti». Fa presente che le auto «negli ultimi ventanni hanno drasticamente ridotto del 95 per cento le loro emissioni per chilometro percorso». Niente contro lo stop alle auto lanciato da Milano e Torino («è giustissimo»), ma «le cose si chiamino con il loro nome: con i blocchi si restituiscono grandi aree della città ai cittadini, ma hanno minor significato sulla riduzione delle emissioni, immaginare che ridurre il traffico risolva il problema non è appropriato».
La Moratti insiste sul fattore coordinamento e sottolinea che «per la prima volta città di regioni diverse di questa grande area si mettono insieme per affrontare un problema che non è legato a una sola città ma è più vasto». Ai colleghi delle grandi città porterà anche i risultati raggiunti a Milano con Ecopass, il ticket dingresso in centro, e proporrà loro di clonarlo. Un tiepido sì al blocco arriva dal sindaco di Venezia Massimo Cacciari, che non si illuda: «È impensabile ridurre linquinamento attraverso provvedimenti drastici come leliminazione del traffico, solo misure simboliche». Più aperto invece allidea di Ecopass, «una misura utile». E mentre Filippo Penati, il candidato del Pd in Regione Lombardia, applaude allo stop delle auto di Milano e Torino («bene, ed è un fatto positivo che le città si accordino»), i Verdi suoi alleati voltano la faccia a una misura che per anni hanno considerato la soluzioni a tutti i mali per lo smog e annunciano uno storico «no al blocco». Tempismo perfetto. Ma si giustificano: «Le misure demergenza sono diventate alibi per il governo per non fare nulla».
Il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, preferisce puntare lattenzione sulle misure di medio-lungo periodo «poi i Comuni possono, se lo ritengono, valutare ulteriori azioni». Ma «cè qualcuno tra di noi che si diverte a gettare allarme, mentre non cè motivo». Nonostante il Pm10 a Milano abbia superato qualche giorno prima degli anni scorsi il bonus dei 35 giorni di sforamento allanno concessi dallUe, la quantità complessiva di polveri emessa nellatmosfera «è inferiore al passato - puntualizza -, continua ininterrottamente dal 2004 il trend di miglioramento dellaria. Quella che respiriamo oggi non è perfetta ma è migliore di tre, cinque o dieci anni fa». Non ci sta nemmeno a vedere la Lombardia dipinta come la regione più inquinata dItalia, «ce ne sono altre nove messe peggio, e persino a Parigi e Londra si respira unaria peggiore». Più esplicito il suo assessore alla Qualità dellaria, Massimo Ponzoni, «perplesso» su «iniziative di blocco del traffico non raccordate e coordinate con la strategia di interventi strutturali che da tempo si stanno mettendo in atto».
I dati dellArpa Lombardia, che ha centraline di rilevamento sparse sul territorio, confermano le parole di Formigoni.
Il Nord è pronto a spegnere i motori per un giorno
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