Marcello Chirico
Sono trascorse appena 48 ore dallapprovazione della nuova proposta di legge urbanistica regionale da parte della giunta lombarda e al Pirellone già infuria la polemica. Ad accenderla sono i Verdi, convinti di averci annusato puzza di bruciato. Leggi: speculazione edilizia strisciante. Manco a dirlo, a favore di Berlusconi. Che questa volta di nome fa Paolo e non Silvio, ma in campagna elettorale va bene lo stesso. Perché - sostengono gli esponenti del Sole che ride - «Roberto Formigoni, attraverso lapprovazione di questa nuova regolamentazione urbanistica che riduce da cinque a tre gli anni di salvaguardia del territorio, regalerà 250 milioni di euro a Paolo Berlusconi». Ovvero i soldi che questultimo potrebbe incassare dalla costruzione di alloggi per un volume pari a 388mila metri cubi a Monza, sui 55 ettari della zona chiamata Cascinazza, regolarmente acquistati nel 1971 dallallora società Ist.Ed.In e sui quali le ruspe aspettano da 40 anni di poter entrare in azione a causa dei continui veti posti dal comune brianteo e da un ricorso giudiziario approdato solo ora in Cassazione.
La questione Cascinazza parte da lontano, praticamente dagli anni in cui a Monza governava ancora il centrodestra e venne predisposto un piano regolatore che riduceva ledificabilità a 250mila metri cubi. Un piano che il centrosinistra ereditò ma non mise mai in attuazione perché non lo condivideva, tantè vero che quel piano non venne mai approvato dal Comune. In poche parole, esiste in forma virtuale, e adesso lamministrazione ulivista vuole financo sostituirlo con un ulteriore Piano di governo territoriale che riduca ulteriormente a poche migliaia i metri cubi edificabili.
Di fatto, lapprovazione della nuova legge regionale da parte del Pirellone, modificando i tempi di salvaguardia da 5 a 3 anni, riporterebbe la situazione a quella preesistente al 2002 e consentirebbe a Paolo Berlusconi di costruire i 388mila metri cubi di alloggi concordati con una convenzione datata addirittura 1964 e assolutamente conforme al Piano Regolatore allora esistente. Questo spiega lentrata a gamba tesa dei Verdi che adesso promettono, col proprio capogruppo Carlo Monguzzi, unopposizione dura al progetto di legge «non perché favorisce Paolo Berlusconi - spiega lo stesso Monguzzi -, cosa comunque imbarazzante per Formigoni, ma perché darebbe il via a una cementificazione della più grande area verde di Monza dopo il parco», ma edificabile da 42 anni. A dargli manforte sono pure i Ds, che parlano di «schiaffo legislativo assestato alla città di Monza».
Al Pirellone sono comunque tranquilli, a cominciare dallassessore leghista al Territorio Davide Boni: «È stata semplicemente uniformata la situazione a quanto previsto da una legge nazionale esistente dal 2001 - spiega - e che persino la rossa Emilia Romagna ha messo in attuazione». Una legge, va ricordato, che prevede appunto i tre anni di salvaguardia prima di qualsiasi intervento edilizio e di cui fu Romano Prodi in persona a sollecitare lapprovazione da parte del proprio governo. Quanto poi alla cementificazione che i Verdi vorrebbero scongiurare, secondo Fabio Saldini, responsabile delle politiche urbanistiche di Forza Italia, «è una giustificazione assolutamente pretestuosa, visto che lattuale giunta di centrosinistra monzese ha previsto edificazione in città più di tutte quelle precedenti. Lo attestano gli oneri di urbanizzazione messi a bilancio in tutti questi anni dalla giunta Faglia.
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