Marina Gersony
Quando viveva ancora in Perù gli amici più cari la chiamavano luchadora, «la grintosa». In effetti la grinta non manca a Norma Pittman, affascinante peruviana sempre pronta a buttarsi in nuove iniziative. «Prima mi creo un obbiettivo e poi lo raggiungo», precisa la signora dalla tempra di acciaio. Nata a Lima una quarantina di anni fa (il cognome lo ha ereditato da un nonno tedesco), Norma si specializza in marketing, viene assunta in una prestigiosa azienda e fa carriera. Nel frattempo si sposa con Mario Petruccelli, un amministratore aziendale italo-peruviano che diventa il padre di Paola e Mario Jr., oggi adolescenti. «Avevo 34 anni, ero arrivata ai vertici dellazienda, guadagnavo benissimo. Cosa potevo volere di più?».
Ma a Norma quella realtà va stretta. Ci mette un anno a convincere il marito a dare una svolta e cambiare vita a 360 gradi: «Noi abbiamo il doppio passaporto, peruviano e italiano, quindi non è stato difficile optare per quella che consideriamo una seconda patria». Norma arriva così in avanscoperta a Milano: «Ho fatto tutto in dieci giorni. Ho trovato un appartamento, la scuola in zona Segrate, nellarco di tre settimane mi hanno raggiunto i figli e dopo quattro mesi il marito. Avevo qualche risparmio da parte, ma per fortuna mi hanno chiamato dal mio Consolato per un lavoro di funzionaria locale».
Certo linizio non è stato facile: ci sono i bimbi da seguire, il marito che deve trovare un lavoro (lo trova nellarco di un mese) e a lei offrono al massimo un impiego di babysitter che non accetta. «Lo straniero viene sempre vissuto come cittadino di serie B. Non si pensa che possa avere dei titoli di studio o delle competenze da valorizzare. Io mi sento una pendolare delle nazioni, con tutti i diritti e i doveri del buon cittadino globale».
Su questi pochi ma chiari principi la bella peruviana costruisce il suo successo in soli sei anni: siscrive a un corso di comunicazione e marketing; per un paio di anni lavora al Consolato e lì si rende conto delle problematiche delle sue connazionali, spesso vittime di prepotenze e soprusi. Le viene lidea di una rivista che possa diventare il loro punto di riferimento. Nasce Mujer latina. Tu revista interactiva!, fa tutto lei insieme a un paio di grafici, a due giornalisti e al marito che cura la fotografia. Distribuito in Italia, il mensile è affiancato da una versione on line (www.mujerlatina.it), ha una tiratura di diecimila copie, è gratuito e si autofinanzia con la pubblicità, ma le richieste aumentano e lidea adesso è di sviluppare un sistema di abbonamenti per arrivare a più lettori: i latinoamericani in Italia sono quasi un milione. Nellultimo numero cè una lunga intervista al sindaco Moratti che Norma è riuscita a incontrare: «Mi dicevano tutti che non ce lavrei mai fatta. Prima delle elezioni, durante una conferenza stampa, mi sono alzata e lo ho semplicemente chiesto se un giorno mi avrebbe rilasciato unintervista. Mi ha detto di sì è così è stato. È una persona pragmatica, sa parlare alle donne e nei confronti di noi latinoamericane si è dimostrata aperta e disponibile.
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