La norma Dalla Merini a Perlasca gli italiani col vitalizio per meriti

La cosiddetta Legge Bacchelli (legge n. 440 dell'8 agosto 1985) è una legge dello stato italiano che prevede l'assegnazione di un assegno straordinario vitalizio a quei cittadini che si sono distinti nel mondo della cultura, dell'arte, dello spettacolo e dello sport, ma che versano in situazioni di indigenza. Il nome con cui la legge è nota al pubblico si deve alla prima persona che ne beneficiò e la cui vicenda contribuì alla sua istituzione, lo scrittore Riccardo Bacchelli. Lo scrittore fece parte dell'Accademia d'Italia; era socio dell'Accademia Nazionale dei Lincei di Roma, dell'Accademia della Crusca e dell'Istituto lombardo di Scienze e Lettere. Scrisse molti romanzi, alcuni dei quali diventarono anche spunto per sceneggiati televisivi di successo. Però non riuscì mai a ottenere compensi tali da permettergli di mantenere una vita adeguata. Da qui l’idea di dargli un vitalizio.

Del contributo hanno beneficiato, tra gli altri, il pensatore Guido Ceronetti, la scrittrice Anna Maria Ortese, Gavino Ledda, la poetessa Alda Merini, i cantanti Umberto Bindi, Ernesto Bonino e Joe Sentieri, le attrici Alida Valli e Tina Lattanzi, il pugile Duilio Loi, l'attore Salvo Randone, la prima annunciatrice della Rai Fulvia Colombo, l'eroe di guerra Giorgio Perlasca e il poeta Federico Tavan.

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