Controcultura

"Normal People" racconta l'amore. E non era facile

All'inizio rischia di essere l'ennesima versione della favola del brutto anatroccolo,poi qualcosa si trasforma, fino a pedinarli nei frammenti della vita quotidiana dove al centro c'è ovviamente l'amore in ogni sua declinazione, dal sentimento al sesso.

"Normal People" racconta l'amore. E non era facile

All'inizio rischia di essere l'ennesima versione della favola del brutto anatroccolo, poi qualcosa si trasforma, ci si abitua ai personaggi e ai loro limiti, fino a pedinarli nei frammenti della vita quotidiana dove al centro c'è ovviamente l'amore in ogni sua declinazione, dal sentimento al sesso. E poi chiaramente l'amicizia, la famiglia, il liceo, l'università, la passione civile, lo sballo, sullo sfondo del meraviglioso paesaggio irlandese della contea di Sligo e finalmente la città, Dublino e tanti ragazzi come loro.

Leggendolo un paio di stagioni fa, Persone normali, il secondo romanzo di Sally Rooney, era apparso qualcosa di più del semplice libro per teenager, a partire dalla scrittura originale, poco descrittiva al fine di lasciare spazio all'immaginazione, continuando con l'introspezione psicologica indubbiamente rara nei prodotti adolescenziali. Senza dubbio un successo cui segue l'omonima serie televisiva Normal People prodotta dalla Bbc per Hulu ora su Starzplay (disponibile anche su Rakuten e Apple, ormai siamo vicini a una piattaforma unica che condivide più o meno i medesimi contenuti). Dodici puntate, ciascuna non dura più di mezz'ora girate con molta grazia e talora troppa estetizzazione, che raccontano un pezzo di vita di Marianne e Connell, compagni di liceo che sembrano fatti apposta per non attrarsi mai, lei ricca e sola, lui di famiglia modesta ma molto popolare tra gli amici e le ragazze. Negli anni del liceo Marianne sceglie la strada del basso profilo, mortificando la sua particolare bellezza attraverso la negazione della femminilità, insistendo in atteggiamenti ostici verso i compagni e i professori, crogiolandosi nella propria solitudine. L'incontro con Connell l'accende a tratti, vivono il rapporto di nascosto, quasi che l'uno si vergognasse dell'altro per ragioni opposte. Una storia breve e intensa, destinata a finire con la scuola.

Per caso, o forse no, i due si rivedono a Dublino nelle aule universitarie ma a questo punto la situazione è ribaltata: Marianne - l'attrice Daisy Edgar-Jones che ricorda tantissimo Charlotte Gainsbourg da giovane - è un personaggio della facoltà, fidanzata all'ideale Gareth, mentre Connell - interpretato da Paul Mescal, altrettanto bravo - appare solo come un pesce fuor d'acqua. La riduzione televisiva dal romanzo è davvero riuscita, belli i dialoghi e altrettanto i silenzi, i continui cambi di prospettiva sul tema dell'amore che racconta incertezze, paure, sensazioni opposte che magari agli adulti sfuggono e che hanno la magia di riportarci indietro nel tempo. Era difficile soprattutto affrontare la questione della sessualità, non eluderla da una parte, non rimarcarla troppo dall'altro. La morale è che tra due persone che si attraggono e si sono amate non ci può essere amicizia, sembra di sentire Max Pezzali ma è davvero così.

Finora uno dei prodotti migliori di questo 2020.

Commenti