Coronavirus

La normalità senza più improvvisare

È una domenica di febbraio e perfino il sole sembra freddo. Le acque del Garda sono di un blu profondo e a Salò i turisti tedeschi si illudono che il virus si sia preso una giornata di riposo.

La normalità senza più improvvisare

È una domenica di febbraio e perfino il sole sembra freddo. Le acque del Garda sono di un blu profondo e a Salò i turisti tedeschi si illudono che il virus si sia preso una giornata di riposo. È quasi ora di pranzo e ti ricordi che devi mangiare. I ristoranti sono aperti e attenti a rispettare le norme di sicurezza. Si fa il possibile per andare avanti in questo tempo incerto. È così che comincia la ricerca di un tavolo per due persone. Nulla di particolare, basta sedersi. La prima risposta ti ricorda che sei stato poco previdente: «Avete prenotato? Ci dispiace davvero ma non abbiamo posto».

La scena si ripete a ogni angolo e piazza, vicolo dopo vicolo, come viandanti senza ristoro, stanchi, sprovveduti e affamati. È una litania di «ci dispiace». La salvezza è un panino e uno yogurt al supermercato. È questo che la pandemia ti ha insegnato e a quanto pare ci hai messo tempo per capirlo. Non c'è più spazio per l'improvvisazione.

Il caso, l'avventura, il «non ti preoccupare qualcosa troveremo» è un lusso che non ti puoi permettere. Non vale più di tanto la regola del sapersi accontentare. È che non puoi vivere una vita senza programmi, dettata dall'istinto e dalla fiducia nell'imponderabile. Non puoi confidare nella fortuna. Gli spazi e le opportunità si sono ristretti. Trovi un rifugio se ci hai pensato, se hai segnato le tappe, se segui un percorso, se hai un piano. Ogni cosa va programmata in anticipo, sforzandoti di essere saggio, lasciando all'imprevisto il minimo spazio possibile. Se ami giocare a dadi con il futuro devi rassegnarti e pagare pegno. La vita quotidiana diventa una partita a scacchi.

Questo non vale solo per la ricerca di un ristorante. È una riconversione nelle abitudini, nel pensiero, che la stagione del Covid in qualche modo ti impone. Non puoi partire senza una meta, ignorando i confini delle regioni, spinto soltanto dalla voglia irrazionale e improvvisa di andare a vedere la via delle Volte a Ferrara. Non puoi ribellarti alla dittatura dello spazio e del tempo, con l'idea infantile di scantonare dal qui e ora, lasciandoti incantare da quello che accade, perché in quel momento vuoi solo fare quello che ti va. Non è che non puoi improvvisare. È che adesso costa di più. È salito il suo prezzo. Non c'è neppure da stupirsi.

È una legge antica: la sicurezza si paga sempre con la moneta della libertà.

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