«Norme necessarie per le quattro ruote È il contratto stesso che lo prevede»

«Il capitolo auto va aperto: è lo stesso contratto di lavoro a prevederlo. Per questo abbiamo proposto il tavolo del 5 ottobre». Non cerca scorciatoie il direttore generale di Federmeccanica, Roberto Santarelli, che fa il punto della situazione con il Giornale a metà di una giornata intensa, dopo l’incontro con Fim e Uilm e in attesa di aprire il confronto con Ugl e Fismic.
Che risultato avete ottenuto finora?
«Abbiamo definito un calendario per affrontare quelle che vengono comunemente chiamate deroghe, ma che il contratto definisce “intese modificative”. Cioè delle intese locali che consentono di modificare il contratto e devono diventarne parte».
Come Pomigliano?
«Il riferimento è quello, ma è comunque un lavoro che avevamo già in programma, perché, ripeto, è lo stesso accordo confederale che lo prevede».
Come vede la possibilità di un’intesa con il sindacato su questo punto?
«Il sindacato è disponibile a definire un sistema di deroghe. Poi, però, ci sono delle sfumature diverse tra le organizzazioni a proposito della questione auto. La Fim Cisl ritiene che si debba prima affrontare il problema in termini generali, poi eventualmente verificare se il comparto auto necessita di ulteriori interventi. La Uilm, invece, ritiene che non serva una norma specifica per l’auto».
Invece, per voi, serve eccome.
«Ma è l’accordo stesso che lo prevede, laddove parla di aprire il confronto per comparti omogenei: non è che stiamo parlando di un contratto diverso. C’è una richiesta di norme specifiche per questo settore, e noi intendiamo dedicare a questo l’incontro del 5 ottobre, su cui i sindacati si sono riservati una risposta. Intanto, abbiamo fissato il calendario per gli altri argomenti».
Fismic e Ugl hanno firmato anche loro gli accordi, ma vengono ricevuti a parte: perché?
«I tavoli separati sono una scelta delle organizzazioni, su cui io non posso certo interferire».
Che cosa vorrebbe dire alla «grande assente», la Fiom?
«Mi rendo conto che vivano una situazione di disagio, noi facciamo di tutto per avere il massimo del consenso, ma se non c’è un punto di contatto noi dobbiamo andare avanti comunque».
Invece il capo della Fiom, Maurizio Landini, vi aveva chiesto proprio di sospendere le trattative.
«Questo non è possibile, perché le altre organizzazioni vogliono andare avanti e noi, naturalmente, altrettanto. Sì, invece, alla discussione sulla rappresentanza».


Quindi che cosa risponde?
«Sono disponibile a sottoscrivere insieme alla Fiom e alle altre rappresentanze una dichiarazione unica che contenga l’invito alle confederazioni - Confindustria, Cgil, Cisl e Uil - ad aprire in tempi rapidi un tavolo su regole e rappresentanza, per togliere gli elementi di confusione».

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