RomaAlla vigilia del summit dei ministri del Lavoro del G8 a Roma, dove si discuterà un patto globale per la protezione sociale, il governo ha approvato il decreto legislativo che modifica il Testo Unico, varato dal governo Prodi, sulla sicurezza nel lavoro. Il decreto, assicura il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, irrobustisce la protezione dei lavoratori pur stabilendo «criteri ragionevoli» nelle sanzioni alle imprese. Rispetto al Testo Unico, le sanzioni sono «qualche volta più forti, qualche volta meno», precisa Sacconi. Rimane larresto per limprenditore che sottovaluta i pericoli nelle aziende ad alto rischio, ma le sanzioni amministrative sostituiscono larresto quando le violazioni sono solo formali. E la sospensione dellattività aziendale avviene in caso di violazione «plurima», cioè quando si riscontrano almeno tre ipotesi di gravi violazioni alla sicurezza.
Liniziativa del governo, spiega ancora il ministro del Welfare, è intesa a superare un approccio «formalistico e burocratico», ed una cultura «meramente sanzionatoria e repressiva». Si intende badare più alla sostanza, cioè alla protezione dei lavoratori, compresi i quelli atipici e flessibili, e meno alla forma. In ogni caso, come ricorda Sacconi, il nuovo testo è aperto al confronto e sarà discusso con le Regioni e con le parti sociali prima di ritornare a palazzo Chigi.
Le associazioni imprenditoriali approvano lapproccio (più garanzie, meno burocrazia) che sta alla base delle nuove norme sulla sicurezza, ma la Cgil critica le modifiche al testo del governo Prodi. Qualche decina di metalmeccanici della Fiom ha protestato davanti a palazzo Chigi durante la riunione del Consiglio dei ministri, con striscioni con su scritto «basta stragi sui luoghi di lavoro». «Modifiche inaccettabili, ci saranno più morti sul lavoro», attaccano i segretari Rinaldini e Cremaschi. «È un grave errore, il Paese non capirà», dice Guglielmo Epifani. Antonio Di Pietro si spinge fino ad affermare che il governo ha approvato «una vera e propria licenza di uccidere».
Sacconi ribatte duramente: «Sulle modifiche al Testo Unico sono state dette incredibili falsità, con toni sgradevoli: e comunque, il testo è redatto in conformità con la legge Prodi». Da parte degli altri sindacati, che dovrebbero avere a cuore la salute dei lavoratori tanto quanto la Cgil, non si leva alcun grido dallarme, ma semplicemente la richiesta di un confronto aperto sulle nuove norme per trovare il massimo di condivisione possibile.
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