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Northern Rock «respira»

da Milano

La lunga notte di Northern Rock sembra passata. Dopo i giorni di passione che hanno seguito la richiesta di aiuto rivolta alla Banca d’Inghilterra per arginare una crisi di liquidità, l’istituto è tornato ieri a respirare. Davanti alle 70 filiali, le lunghe code di risparmiatori decisi a chiudere il proprio conto si sono assottigliate, e in Borsa il titolo (più 8,2%) è finalmente riuscito a recuperare parte delle perdite accumulate da venerdì scorso malgrado Baillie Gifford, il maggior azionista, abbia ceduto gran parte del 6% in suo possesso. Le assicurazioni fornite dal governo britannico, disposto a garantire tutti i depositi esistenti alla Northern, hanno quindi centrato l’obiettivo di far rientrare il panico. Downing Street, tra l’altro, ha precisato che nessuna altra banca ha fatto ricorso a prestiti di emergenza, mentre un’ulteriore iniezione di fiducia è stata garantita dalla decisione della banca centrale inglese di sostenere il settore finanziario con l’immissione di 4,4 miliardi di sterline di liquidità.
Insomma, un’atmosfera meno tesa di cui hanno beneficiato anche le Borse europee, fino a lunedì ancora risucchiate nella spirale dei subprime e dai suoi possibili contraccolpi sull’economia globale. Abbandonata la tradizionale cautela che accompagna le sedute che precedono le riunioni della Federal reserve, gli investitori hanno premuto sul pedale degli acquisti consentendo agli indici recuperi compresi tra il 2% di Parigi e l’1,6% di Milano. Merito anche di Lehman Brothers, fortemente esposta al settore dei mutui subprime, che ha annunciato utili in calo nel terzo trimestre, ma più alti rispetto alle previsioni. Secondo i manager del colosso finanziario Usa, inoltre, a meno di eventi imprevedibili, il peggio è ormai alle spalle. Nei listini del Vecchio continente l’offerta si è infatti indirizzata proprio sui titoli bancari, i più bersagliati dalle vendite nei giorni scorsi. A Londra Alliance & Leicester, altro istituto finito nell’occhio del ciclone, ha guadagnato il 32%, mentre Barclays è salita del 4,4%. L’appuntamento con il rialzo non è stato mancato dalle banche italiane, con Unicredit e Capitalia protagoniste di un recupero del 3%, così come a Parigi si sono messe in evidenza Crédit Agricole (più 3,5%) e Bnp Paribas (più 3,1%). A Francoforte bene Deutsche Bank (più 2,4%) e perfino Commerzbank (più 1,8%), nonostante alcune voci circolate a proposito di maggiori perdite che l’istituto avrebbe riportato sui propri investimenti legati ai mutui ipotecari Usa. «Sono solo speculazioni - ha detto un portavoce di Commerz -. Abbiamo già annunciato che le perdite 2007 saranno di 80 milioni di euro».


La Commissione europea sta intanto «tenendo d’occhio» l’evoluzione della vicenda Northern. Bruxelles vuole infatti evitare che gli aiuti di emergenza si trasformino in aiuti di Stato, e per questo ha ricordato a Londra che la durata dei prestiti non deve superare i sei mesi.

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