Nostra Signora di Jall-el-Dib

Nel Dizionario cronologico delle apparizioni della Madonna (Piemme) di Gottfried Hierzenberger e Otto Nedomansky si legge che nel 1984, in un sobborgo di Beirut, la diciottenne Jeanne d’Arc Farange improvvisamente vide la Vergine. Il nome della località interessata è Jall-el-Dib e l’apparizione mariana è stata riconosciuta come autentica dall’arcivescovo Elias Zoghby. Dato il carattere didascalico dell’opera che abbiamo citato, i dettagli della vicenda sono narrati in modo succinto. Sappiamo che la Madonna si presentò con il volto rattristato. Preannunciò grosse catastrofi e sciagure a causa «degli smisurati peccati dell’umanità e dei troppi peccatori». In effetti, viene sempre raccomandato di distinguere caritatevolmente tra errore ed errante, peccato e peccatore; ma, a ben pensarci, l’errore e il peccato sono astrazioni, le uniche cose concrete sono gli erranti e i peccatori. Così, non si vede come si possa combattere l’errore e il peccato senza contrastare i loro portatori. Ma non divaghiamo. La Madonna raccomandò alla veggente di comunicare a tutti la necessità della preghiera, degli esercizi spirituali, della recita del rosario e la devozione alla Via Crucis. In una parola, l’urgenza della conversione: cambiare vita e sforzarsi di amare Dio e il prossimo. Solite cose, si dirà.

D’altra parte, dalla Madonna non ci si può aspettare richiami differenti. Tuttavia, il luogo scelto sembra particolarmente significativo: la capitale del Libano, uno sfortunato Paese che ha già conosciuto una sanguinosa guerra civile e che di nuovo, oggi, sembra in pericolo.

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