Nostra Signora di Pötsch

Nel 1696 un contadino ungherese di Pötsch, tale Michail Cory, stava pregando nella locale chiesa parrocchiale di rito greco di fronte a un'icona della Vergine. D'un tratto si accorse che dagli occhi dell'immagine scendevano lacrime. L'uomo chiamò gente e tutti poterono constatare l'accaduto. Anzi, tutta la città poté ammirare il miracolo, anche personalità di spicco, dal momento che i fenomeni di lacrimazione continuarono per più di un mese (per l'esattezza, fino all'8 dicembre, festa mariana). I tentativi di avvolgere l'icona in panni venivano frustrati dal fatto che questi in breve tempo si trovavano ad essere completamente bagnati. Intanto, davanti all'icona in questione si andavano moltiplicando le guarigioni miracolose. Fu allora interpellato il b. Marco d'Aviano, il famoso cappuccino che era stato l'anima della liberazione di Vienna dai turchi nel 1683 ed era considerato il Padre Pio dell'epoca. Poiché era consigliere dell'imperatore Leopoldo I e, in tale veste, spessissimo alla corte di Vienna, il Beato consigliò di portare l'icona nella capitale, dove il crescente afflusso dei pellegrini sarebbe stato meglio organizzato. Così fu fatto e, dopo vari spostamenti, l'icona miracolosa finì alloggiata nel duomo dedicato a Santo Stefano.

Anzi, poiché il principe Eugenio di Savoia attribuì ad essa le sue successive vittorie sui turchi, «Maria Pötsch» divenne di fatto la patrona di Vienna. In Ungheria rimase al suo posto una copia. Ebbene, nel 1715 anche questa copia si esibì in lacrimazioni. Durarono otto giorni, i primi del mese di maggio (mese mariano).
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