LItalia di Donadoni al debutto in quel di Vienna ha in apparenza poche delle qualità necessarie per mettere al muro la Spagna. La sua cintura di castità è rappresentata esclusivamente dallo smalto di Buffon, il portierone che evitò leliminazione respingendo il rigore scellerato di Mutu. Non ci sono più davanti, a proteggerlo, Cannavaro né il miglior Materazzi, anche Barzagli è sulle stampelle. La trincea difensiva, allestita col mestiere di Panucci e lestremismo agonistico di Chiellini, ha poche probabilità di resistere alla velocità di Torres e Villa. Allappello, per squalifica, mancano poi Gattuso e Pirlo: è come strappare il cuore dal petto della Nazionale oscurandole il radar. E in attacco si perde tempo a rintracciare una musa affidabile, mentre Toni continua a sbagliare mira. Sembra tutto perso, sulla carta, eppure è possibile ribaltare il pronostico del quarto. Muovendo le torri, per cominciare, sui calci piazzati: gli spagnoli hanno difficoltà a contrastare gli specialisti nei duelli aerei del peso di Toni, Ambrosini, Chiellini, De Rossi. Avessero gamba e voglia di spendersi, dovrebbero dar vita a un pressing feroce: la difesa, un po lenta e ingenua, è il tallone dAchille delle Furie rosse.
Infine cè la componente nervosa. Se avesse deciso la cifra tecnica le sfide precedenti tra Portogallo e Germania e Croazia contro Turchia avrebbe garantito un esito diverso. E invece ha avuto la meglio labitudine a vivere le sfide.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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