Il nostro «no» al centro sociale dentro le mura della scuola

Ho consegnato al Comitato di Quartiere di San Teodoro, il giorno 09 luglio 2009 alle ore 21, presso la sede del circolo Ricreativo Ferroviario di Via Don Vincenzo Minetti (Principe), un documento dove esprimo, in maniera documentata, la mia ferma opposizione all’insediamento di qualsivoglia centro sociale all’interno della scuola media Nino Bixio.
Il Comitato è serio e bipartisan ed è stato convocato per raccogliere le firme di tutti coloro che sono contrari al trasferimento del Buridda nei locali della scuola.
Ne approfitto per rimarcare, come ho fatto nel documento, le condizioni di disperato abbandono in cui versa quella che fu un tempo (prima che arrivasse Don Gallo con le «squadracce») una zona residenziale discreta. Oggi, come molte aree di Genova, è un deserto privo di speranza, «terra di nessuno», invece dall’arbitrio di un'arroganza ideologica senza pari che vuole il degrado è la condizione ineliminabile, la base sulla quale viene iniquamente esercitata una ridicola prepotenza, fomentando le «lotte tra poveri» (che continuano a votarli...).
Ma la notizia che mi ha lasciato maggiormente attonito è la seguente: sarebbe il preside stesso della sede della Nino Bixio di via Pagano Doria ad avere invitato i ragazzi del centro sociale. Non so se questa notizia sia vera; mi auguro che non lo sia, poiché, altrimenti, ci troveremo di fronte a un capo d’istituto che effettua una scelta ideologica col progetto di assegnare una palazzina scolastica ad un centro sociale, per poi concedere, nel corso di pochi anni, tutto il complesso Buridda.
Non ci posso credere. È fantapolitica. Non posso credere che un preside di scuola media intenda far convivere ragazzini dagli 11 ai 13 anni con chi frequenta un centro sociale in nome di una scelta politica apertamente schierata e coltiva cannabis nel cortile dove si scende a far ricreazione. Non posso, non voglio credere che colui che rappresenta nell’edificio scolastico l’autorità dello Stato compia una scelta più faziosa di quella che il entro sociale stesso avrebbe immaginato. Non può essere vero, ma temo che lo sia.
Se fosse qui presente il Ministro Gelmini, mi permetterei di chiedere: «Che cosa pensa di un preside che favorisce la formazione di un centro sociale all’interno degli edifici dell’istituto di cui è responsabile per la sicurezza, il benessere e l’apprendimento dei nostri figli?».

Sicuramente il Ministro mi riderebbe in faccia a causa della menzogna che ho raccontato. Vorrei che fosse un menzogna... ma ho paura della cruda realtà!
*docente di latino e greco
di eccellenti ex allievi
della scuola media Bixio

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