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La notizia smentita Ma Carignano non sarà mai Lampedusa

Nei giorni scorsi, il Secolo XIX ha pubblicato un’indiscrezione secondo la quale, per accogliere i profughi da Lampedusa, si penserebbe anche alle due ex strutture militari di piazza San Leonardo a Carignano, che ospitavano il distretto militare e la caserma Andrea Doria (nell’occasione scritto tutto attaccato, a differenza di quanto accade al liceo ginnasio D’Oria. Ma al classico di via Diaz - si sa - sono giustamente perfezionisti) che ospitava le visite dei tre giorni e l’addestramento delle reclute dell’esercito.
In realtà, poi, la notizia è stata, se non proprio smentita, quasi. Almeno, rinviata. Nel senso che martedì, in consiglio comunale di Genova, l’assessore alla Casa Bruno Pastorino ha spiegato che le due caserme sono siti del Demanio e non del Comune e, quindi, ogni eventuale decisione in merito verrà presa da Roma. Non bastasse, anche l’assessore regionale Lorena Rambaudi ha rinviato ogni scelta di siti per i profughi ai prossimi giorni, precisando esplicitamente che il discorso riguardava «anche il Comune di Genova».
Ora, vi risparmio il discorso sulla sacrosanta differenza fra «clandestini» e «rifugiati» - su cui abbiamo pubblicato moltissimi articoli estremamente chiari nelle pagine nazionali - dicendo però che, ovviamente, va data la massima accoglienza ai rifugiati che scappano da una guerra, ma non è possibile che l’Italia (e la Liguria e Genova) diventino una specie di Eldorado per chiunque pensi di venire a far fortuna dalle nostre parti, soprattutto se la fortuna non passa dal rispetto dei doveri, oltre che dal continuo richiamo ai diritti. Poi, certo, si può fare un dibattito sull’utilità pratica del reato di immigrazione clandestina, visto che la legge ha molte falle. Ma da qui al «liberi tutti» ce ne passa.
Ora, dai massimi sistemi, dai grandi temi di politica internazionale e persino del diritto naturale, senza addentrarci nel pensiero di Hans Kelsen o Carl Schmitt, passiamo alle nostre strade, a piazza San Leonardo e a Carignano.
Speriamo che le quasi smentite diventino smentite definitive e che a nessuno passi nemmeno per l’anticamera del cervello di mettere un centro d’accoglienza a Carignano. Il razzismo - di cui rischiamo di essere immediatamente accusati per una posizione di questo tipo - c’entra come i cavoli a merenda.


Anche perchè a tutti coloro che si riempiono la bocca di «solidarietà» - valore altissimo, purchè sia reale e non buonismo a parole sulla pelle degli altri - suggerisco un utile esercizio: andarsi a vedere come trattavano gli immigrati (a cannonate, indegnamente) gli spagnoli del progressistissimo Zapatero o di farsi un giro a Mentone, dove basta avere in tasca (...)

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