La notizia labbiamo tutti letta sulla Repubblica e sul Corriere della Sera e ascoltata dai Tg di tutte le reti: «Secondo lIpcc - lorganismo dellOnu preposto allo studio dei cambiamenti climatici - il riscaldamento globale è da attribuire per il 90% alle attività umane». Ebbene, la notizia è falsa, come un parmigiano del Kenia. LIpcc mente? No, mentono Repubblica, Corsera e i Tg di tutte le reti, perché lIpcc non dice ciò che quei giornali e telegiornali gli attribuiscono.
Per amor di precisione, cosa dica il Quarto Rapporto dellIpcc ancora nessuno lo sa, visto che sarà reso pubblico fra qualche mese. Quei giornali e telegiornali, infatti, scrivevano e dicevano di riportare il contenuto di un Riassunto per politici che gli stessi funzionari dellIpcc hanno inteso divulgare. Ma, di nuovo, se uno si prende la briga di leggere quel Riassunto scopre che dice ben altro di quella notizia data a gran voce e in prima pagina. In quel Riassunto, infatti, si può leggere, innanzitutto, che con lespressione «very likely», ovunque usata, si deve intendere «un evento che ha una probabilità superiore al 90% di esser vero» e che con lespressione «very high confidence» si deve intendere «un livello di confidenza di 9 a 10 sulla correttezza di una affermazione», ovunque dichiarata. Armato di queste premesse, se nel suo Terzo Rapporto (2001) lIpcc aveva già dichiarato una «very high confidence che leffetto globale delle attività umane dal 1750 in poi è stato un effetto di riscaldamento», il Riassunto dellancora ignoto Quarto Rapporto afferma che: «La maggior parte dellincremento di temperatura media globale osservata a partire dalla seconda metà del XX secolo è very likely dovuto allincremento antropogenico di gas-serra».
Allora, ciò che è superiore al 90% non è la parte di riscaldamento globale da attribuire alluomo, ma è il grado di confidenza che lIpcc ritiene di attribuire alla propria affermazione secondo cui «la maggior parte» della causa di quel riscaldamento è antropica. E «maggior parte» è una qualifica che può essere attribuita non solo se la responsabilità antropica fosse solo del 51%, ma anche del solo, che so, 30%, se in presenza di una molteplicità di fattori questi fossero singolarmente meno importanti. Voi credete che io stia qui a disquisire del pelo nelluovo? Purtroppo no: sono anni che lIpcc mantiene questi livelli di ambiguità, in assenza dei quali sarebbe stata mandata a casa una pletora di burocrati che non avrebbero altro modo di giustificare la propria stessa esistenza.
Per dargliene motivo, allora, proviamo a porgli tre semplici (ancora inevase) domande.
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