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"Notre-Dame non invecchia. Io compio ottant'anni"

L'opera popolare torna in tour e l'artista Riccardo Cocciante potrebbe ricevere il premio alla carriera a Sanremo

"Notre-Dame non invecchia. Io compio ottant'anni"
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Riccardo Cocciante, Notre-Dame de Paris corre verso i trent'anni ma sembra scritta oggi.

"Beh si parla di diversità, di immigrazione, clandestinità e integrazione, temi oggi molto attuali.

L'opera però non ha una collocazione politica, è universale.

"L'avessimo proposta oggi, avrebbero potuto accusarci di opportunismo".

Oltre quattro milioni di biglietti venduti solo in Italia. Si aspettava tutto questo successo quando l'avete scritta?

"Pensi che io non ero neanche convinto di accettare perché non sapevo dove avrei messo i piedi e come sarebbe andata".

Dunque Notre-Dame de Paris, scritta da Luc Plamondon e Riccardo Cocciante, dal 26 febbraio torna in tour nei teatri italiani dopo essere andata in scena la prima volta nel 2002 qui da noi (nel 1998 in Francia) e già sono stati venduti 120 mila biglietti a conferma di un affetto del pubblico che non evapora (debutto agli Arcimboldi di Milano). Come la celebre Settimana Enigmistica, è un'opera che vanta tanti tentativi di imitazione, molto spesso mal riusciti, e rappresenta un unicum quasi inspiegabile come tutti i fenomeni duraturi. Contiene brani molto potenti, di sicuro, ad esempio Il tempo delle cattedrali. E si regge su di una storia enorme, naturalmente figlia del genio di Victor Hugo. Ma è la combinazione imprevista e imprevedibile di tante caratteristiche diverse ad averla trasformata in caposaldo teatrale tradotto e adattato in 9 lingue (kazako compreso) con 18 milioni di spettatori nel mondo e 1548 repliche soltanto in Italia. Le grandi storie non hanno data di scadenza e questa ne è l'ulteriore conferma.

Cocciante, qual è il fulcro di Notre-Dame?

"Intanto che non è una commedia musicale ma è un'opera popolare dove c'è musica dall'inizio alla fine. Abbiamo utilizzato una canzone dopo l'altra senza interruzioni per scrivere una storia. Io volevo che fosse così, con le canzoni, e senza le arie. Davvero popolare".

E poi?

"E poi c'è un contesto che oggi è drammaticamente ancora attuale. C'è un momento che per me è centrale, quello in cui Clopin (lo "zingaro" capo della Corte dei Miracoli che si batte per ottenere l'eguaglianza tra gli "stranieri" e il popolo di Parigi - ndr) dice: Com'è difficile vivere quando non si è come gli altri. Quei versi dicono molto, moltissimo".

Vivere, non vincere.

"Infatti si parla di integrazioni, non di guerra".

È stato una bella scommessa, la sua.

"Molti dicevano che stessi distruggendo la mia carriera. All'inizio avevo tutti contro. Nessun produttore voleva lo spettacolo così una volta mi sono seduto al piano e ho suonato tutta l'opera a uno di loro. Alla fine uscì dalla sala dicendo: Ok, vado a prenotare il Palais des Congrès di Parigi".

Se dovesse descrivere quest'opera a un bambino?

"Direi che è una storia che non ha tempo, non ha una posizione storica ben precisa".

Però ha una versione italiana molto particolare.

"Curata da Pasquale Panella, che non ha fatto la semplice traduzione del libretto francese. Il suo è proprio un adattamento che ha fatto diventare italiana Notre-Dame".

A proposito, quest'opera fu un'altra "variazione imprevista" della sua carriera. Aveva appena vinto il Festival di Sanremo, avrebbe potuto "monetizzare" il successo e provare a replicarlo per anni. Invece si mise a scrivere queste musiche.

"Chi l'avrebbe detto che sarei arrivato a ottant'anni con Notre-Dame ancora in pieno successo proprio in questa fase nella quale le mode e i gusti cambiano ogni due anni".

Ottant'anni di Cocciante. Molti non ci credono.

"Perché io ho iniziato più tardi rispetto a tanti miei colleghi che sono considerati miei coetanei ma che, in realtà, sono più giovani".

Li compirà il 20 febbraio. Il 24 inizia il Festival di Sanremo. Tutto quadra per un Premio alla Carriera.

"Vedremo che succederà a Sanremo".

(Lui lo dice in modo sornione, ma molti danno per sicuri la sua presenza e il premio)

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