Non c’è la caccia al cliente sulle strade di Milano, ma nella prima notte si fa sul serio. Non è una nottata da blitz e retate, e le prostitute non sembrano preoccuparsi troppo delle ordinanze anti-degrado. Ma a poche ore dall’entrata in vigore dei provvedimenti comunali è il momento delle multe, dei controlli, delle pattuglie.
La serata non è movimentata, e la pioggia in realtà è il primo deterrente: la vera minaccia che incombe su Milano mercoledì notte è un temporale che gira intorno alla città. E induce molte lucciole «di strada» a qualche ora di riposo. Viale Sarca alle 22.30 non è il solito «bazar del sesso», ma le più tenaci sono sul marciapiede. Soprattutto romene, più giovani dei 18 anni che dichiarano controvoglia, disposte a fare tutto a 30 euro, con e senza profilattico.
Dalle parti di via Melchiorre Gioia la pioggia concede una tregua. È la zona dei viados. Automuniti, portiera aperta: 50 euro per un servizio a domicilio. Adriana gira lentamente con la sua Mercedes. Luce accesa nell’abitacolo. Basta un colpo di abbaglianti e alla prima piazzola si ferma a contrattare. In via Pola un trans è bordo di una Smart blu. In piazzale Lagosta sono tre. Uno sembra ubriaco, s’infila nella macchina di un cliente, pretende che gli paghi il «disturbo»: «Non mi frega niente di polizia - impreca - io pago multe e vado San Vittore, già stata due volte». Dalle parti di via Mac Mahon i trans sono più tranquilli e circospetti. «Fai il giro del piazzale e se non vedi vigili ti porto in un posto tranquillo», assicura Letizia, nome di battesimo Alessandro, da Bahia. È in via Principe Eugenio che si vede la prima volante della polizia. Accosta vicino a un’albanese, che gira i tacchi e due macchine dopo rallenta il passo: «Torna dopo tesoro», sorride. Spunta anche una pattuglia della polizia municipale: «Non ci fanno niente», è sicuro un altro trans brasiliano, venti metri più in là. Una Ferrari supera la volante e svolta a sinistra. Alle 23 e 15 un italiano di 63 anni viene beccato in viale Orobia dai carabinieri. Non sa nulla del divieto, vuol pagare subito i 500 euro ma non può. È mezzanotte. In piazzale Lugano, stretta in un piumino bianco, la ventiduenne romena Laura si offre a 30 euro: consumare in macchina conviene. Dove? «Nel parcheggio qui dietro». Stesso piumino bianco, stessa tariffa, in viale Marche Diana si lamenta. È in Italia da due anni: «Si lavora poco, la gente non ha soldi». Ha 30 anni. «Multe? Se le facevano non eravamo qui», è sicura.
All’una in via Melchiorre Gioia viene «pizzicato» un trans brasiliano di 46 anni. I carabinieri verificano il permesso di soggiorno. Ricomincia a piovere. E in viale Toscana due ragazzine albanesi si riparano sotto lo stesso ombrello. Quella più intraprendente dimostra 15 anni, altro che 18 e mezzo. «Vende» anche l’amica: il «pacchetto» a 60 euro. «Polizia? In un anno l’ho vista una volta, non ci possono far niente». Arriva la stessa Ferrari di via Principe Eugenio: è lo sfruttatore, minaccia due ragazzi dentro una vecchia Fiat: vogliono solo perdere tempo: «Vi ho preso la targa».
Alle due, in via Novara viene multato un altro brasiliano. Altre multe le firmano i vigili. Intanto in viale Sarca le romene sono tornate al loro posto. Si fermano i carabinieri: le controllano. Più avanti altre tre si ritraggono dietro un’aiuola, una quarta dentro una cabina del telefono: «Vuoi fare o no?», non c’è tempo per negoziare, potrebbero avvicinarsi. In via Carducci, a Sesto, Ana si ripara sotto la pensilina di un distributore: lavora nel parcheggio dello stadio, lì accanto.
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