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«A novembre pronte le case per 13mila sfollati»

RomaSi presenta in veste di «vecchio collega». E si scusa a modo suo, con una battuta, per aver posticipato al pomeriggio il suo intervento. «So che qualche birichino, fra di voi, avrà pensato che ero occupato con le veline...». Invece, riferisce Silvio Berlusconi, dinanzi agli Stati generali dei costruttori, «è stata una giornata molto piena ed ero in Parlamento per il voto finale sul ddl sicurezza». Qualche risata la strappa, anche se lo sketch, con cui rompe il ghiaccio, non è più una novità.
Ma al di là dell’ironia, dal palco allestito alla Nuova Fiera di Roma, il premier ne approfitta per rivendicare l’azione del governo nella gestione dell’emergenza terremoto. Così come nella fase della ricostruzione, già avviatasi. E coglie l’occasione, in parte andata a vuoto, vista la contemporanea bocciatura del «piano-casa» in Conferenza unificata, per annunciare agevolazioni, vantaggi e cifre potenziali, legati alle nuove norme sull’edilizia.
In attesa che si sblocchi l’impasse con gli enti locali, il Cavaliere rassicura gli abruzzesi. E rilancia la «sfida». Cioè, «entro sei mesi, ormai cinque mesi e mezzo, verranno costruite case per 13mila persone, disposte su 14-20 aree abitative». In generale, puntualizza, «non vogliamo baraccopoli né città-campo». E «per la ricostruzione generale - aggiunge - sarà impiegata una cifra pari a quella del ponte sullo Stretto. Cioè, 8,7 miliardi, di cui 7 per l’edilizia». Oggi - ricorda il presidente del Consiglio - «gestiamo 63mila persone, fuori dalle loro case». Per tutte loro «abbiamo una buona notizia: le cifre che conosciamo ci dicono che il 53% delle abitazioni è agibile. A questo si aggiunge un 17% in cui sarà possibile rientrare con lavori da effettuare in 30 giorni. Quindi, non appena termineranno le scosse di terremoto, avremo quasi il 70% della popolazione sfollata che potrà fare ritorno a casa». In ogni caso, assicura, «lo Stato interverrà ricostruendo il 100% di ciò che la forza della natura ha tolto».
L’obiettivo, intanto, viene a lungo esaminato pure a Palazzo Chigi, dove nel primo pomeriggio il premier riceve il commissario europeo per le Politiche regionali, Danuta Hubner, da cui incassa «impegno e massima collaborazione per una rapida e positiva definizione delle misure d’intervento». Un faccia a faccia in cui il Cavaliere discute delle misure che l’Ue, d’intesa con il governo, sta prendendo per concorrere alla ricostruzione, che si lega alla visita in programma all’Aquila martedì prossimo. Quando Berlusconi (salvo cambio di programma) tornerà nel capoluogo, in compagnia stavolta del presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso.
Dinanzi a un’assise composta in prevalenza da costruttori, il premier annuncia poi la disponibilità a farsi carico di un Tavolo interministeriale per il settore, da costituire a Palazzo Chigi entro dieci giorni, per «smantellare quanto di vecchio e deleterio c’è nel sistema degli appalti e delle verifiche». Così, dopo aver rilanciato un «nostro intervento sul Patto di stabilità interno, per quanto riguarda i Comuni, in modo che i risparmi possano essere destinati a opere che riguardano le costruzioni», il Cavaliere, prima dello stop delle Regioni, spiegava che entro luglio saranno operative le norme sull’edilizia. Il piano, che oggi non verrà più discusso in Consiglio dei ministri, consentirebbe l’ampliamento del 20% delle abitazioni «monofamiliari e bifamiliari». E, «se a portare avanti i lavori sarà il 30% dei proprietari di casa, saranno da 70 a 150 i miliardi di euro che in 18 mesi saranno immessi nel settore delle costruzioni».


Nel frattempo, spostando l’attenzione sul G8 di luglio, il premier, durante una dichiarazione congiunta con il primo ministro dei Paesi Bassi, Jan Peter Balkenende, riferisce che tra i Paesi invitati «ci saranno Olanda e Spagna». Nessun problema, infine, in merito alla logistica e alla sicurezza. «Il G8 - rimarca - mi lascia assolutamente tranquillo per la sistemazione dei capi di Stato e di governo».

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