«La novità? Un travaso di voti per il centrodestra»

Buttaroni, direttore scientifico dell’Unicab: «Ora non è più decisivo l’astensionismo»

da Roma

C’è qualcosa di nuovo nello scenario politico italiano. Fino a oggi l’equilibrio tra i due poli si è sempre risolto un sistema cristallizzato in cui il verdetto elettorale è stato deciso dalla politica delle alleanze. Ma, secondo Carlo Buttaroni, direttore scientifico dell’Unicab, per la prima volta si sta verificando un vero e proprio travaso di voti, tutto a favore del centrodestra.
«L’Italia repubblicana è un Paese a vocazione bipolare. Dc e Pci, nel bene e nel male, hanno guidato l’Italia dal dopoguerra fino al 1989. Il Parlamento eletto nel ’92 gestisce una transizione non indolore. E alla vigilia delle elezioni del ’94, quando appare scontato che la sinistra avrebbe vinto le elezioni, fa il suo ingresso una figura del tutto nuova nel panorama politico: Silvio Berlusconi. E la storia cambia il suo corso. La novità è dirompente». Si ripropone, con la creazione di Forza Italia, un nuovo bipolarismo che regge tuttora.
«È un bipolarismo ancora immaturo sotto molti punti di vista: basti pensare che tra il ’94 e il 2006 ci sono stati quattro appuntamenti elettorali e la composizione delle coalizioni è stata sempre diversa. Per la prima volta, lo scorso aprile, centrodestra e centrosinistra si sono presentati con formazioni ampie e unite. Le stesse coalizioni, misurate sugli anni precedenti, avrebbero potuto dare esiti diversi nelle urne. Nel ’94 forse avrebbe potuto vincere il centrosinistra (considerando i Popolari nell’Unione e il Patto Segni nella Cdl). Ma nel ’96 avrebbe vinto il centrodestra se la Lega non si fosse presentata da sola. Nel 2001 forse avrebbe vinto comunque Berlusconi ma lo scarto sarebbe stato inferiore se gli attuali alleati del centrosinistra non avessero giocato una partita solitaria. Comunque il consenso politico del centrosinistra e del centrodestra non ha fatto mai registrare distanze significative tra le due coalizioni».
Da settembre scatta, però, il cambio di scenario fotografato dall’Unicab. «La distanza tra i due schieramenti non è più di pochi punti ma cresce a favore del centrodestra.

A ottobre la Cdl è sopra di 8 punti che diventano 11 a novembre e 11,5 a dicembre». Numeri che equivalgono a un verdetto rivoluzionario: «Non è più l’area dell’astensione a essere il principale serbatoio. I consensi, invece, si spostano da uno schieramento all’altro».

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