LA NOVITÀ

La lunga carriera nella Banca Carige, la presidenza della prestigiosa Associazione Italo-Britannica (di cui ha contribuito negli ultimi anni ad ampliare la popolarità), la breve ma intensa esperienza politica nelle file dipietrine di «Italia dei valori», ma anche l’eterna passione per il calcio e per la scoperta di talenti calcistici in erba che porta al debutto nei tornei: il vulcanico Giorgio Bonsignore, capolista al Senato del movimento «LeAli» - che sta, spiega lui, per simbolo di libertà, ma anche di professione di lealtà -, è tutto questo e altro ancora. Ma in questa tornata elettorale, Bonsignore vuole interpretare soprattutto la parte di chi difende i diritti dei cittadini «contro leggi assurde che penalizzano l’uguaglianza di tutti nei confronti dello Stato». Per questo, ha depositato ieri la sua lista senza l’indispensabile corredo di firme: «Voglio sollevare il caso - conferma subito -. È chiaro che la lista non verrà ammessa, quindi farò immediatamente ricorso alla magistratura per ottenere il riconoscimento della palese discriminazione fra le liste di Serie A che sono esenti da firme, e liste, come la nostra, di Serie C, che invece devono cercarsi i sottoscrittori». Intanto, i nomi, per «LeAli» ci sono, nero su bianco.

A partire dal Senato, dove, dopo Bonsignore, che è anche responsabile del partito per la Liguria, figurano Silvana Florean, Carlo Cottoni, Elena Ficarra, Salvatore Costanzo, Luigi Mabella, Giuseppe Ardesi e Dario Procaccini. Per la Camera concorrono Ettore Lazzarotto, Salvatore Fonte, Elena Capra, Cinzia Passeri, Paride Di Lazzaro, Corrado Gianfarani e Pier Luigi Valenti.

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