«Nulla può giustificare lo spargimento di sangue innocente»

«Nella cara e martoriata regione del Medio oriente» «nulla può giustificare lo spargimento di sangue innocente, da qualunque parte esso venga» e «con il cuore colmo di afflizione» il Papa rinnova «ancora una volta un pressante appello alla cessazione di tutte le ostilità e tutte le violenze». È l'ottavo, accorato, intervento personale di Benedetto XVI in meno di tre settimane, da quando è cominciata la crisi tra Libano e Israele. Da uomo di fede e senza alcun distinguo politico o diplomatico chiede che si smetta di spargere sangue e che la politica costruisca una soluzione che assicuri un avvenire sereno alle popolazioni mediorientali.
Ieri, davanti a circa 50mila persone radunate in piazza San Pietro per l'udienza generale, pensando «in particolare a Cana» e alle «agghiaccianti immagini dei corpi straziati di tante persone» papa Ratzinger ha infatti voluto esortare «la comunità internazionale e quanti sono coinvolti più direttamente in questa tragedia - ha detto - a porre al più presto le condizioni per una definitiva soluzione politica della crisi, capace di consegnare un avvenire più sereno e sicuro alle generazioni che verranno». Ha anche invitato «tutti a continuare a pregare per la «cara e martoriata regione del Medio oriente».

Benedetto XVI chiede il cessate il fuoco, quel «in nome di Dio deponete immediatamente le armi» che ha invocato appena tre giorni fa. Pensa inoltre ai corridoi umanitari per consentire il soccorso dei feriti e delle popolazioni inermi e ritiene indispensabile un dialogo che ponga le basi per una pace durevole, fondata sulla giustizia.

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