Numero uno nelle lenti di alta gamma

da Milano

Nel mondo dell’occhialeria, Safilo significa lusso. Il gruppo è il leader mondiale del settore alta gamma, dove cioè un paio d’occhiali supera i 100 euro al dettaglio, con il 40% del mercato e sfiora il 60% nel cosiddetto luxury, da 150 euro in su. Ma non è sempre stato così.
Quando nel 1934 Guglielmo Tabacchi - padre dell’attuale presidente - fonda Safilo, acronimo per Società Anonima Fabbrica Italiana Lavorazione Occhiali, l’attività consiste nell’assemblare montature per miopi, presbiti e astigmatici: un articolo sanitario, non certo un accessorio moda. È l’epoca in cui Marilyn Monroe preferisce girare a tentoni che mettersi gli occhiali, sia pure in un film: e chi porta le lenti scure in pieno giorno è più sospetto che affascinante.
Perché l’occhiale diventi un oggetto del desiderio, deve passare mezzo secolo: sono gli anni Ottanta, l’epoca d’oro delle griffe. E qui nasce l’intuizione: chi non può permettersi un abito firmato, potrà e vorrà comprarsi un paio di occhiali con lo stesso prestigioso marchio. Meglio se da sole, così può alternarli.
Vittorio Tabacchi punta decisamente sul nuovo mercato del lusso: nel 1984 acquista Optifashion, licenziataria dei marchi Ferrari e Ferrè, nell’88 arriva la licenza Ralph Lauren.

E via via, il portafoglio si arricchisce di marchi concorrenti sulle passerelle ma fratelli nel mondo dell’ottica: da Gucci a Christian Dior, da Valentino a Giorgio Armani, che per Safilo ha rotto, nel 2003, lo storico «matrimonio» con Luxottica. Ultimo - per ora - Hugo Boss: l’accordo è stato firmato l’11 novembre. Grazie a Carrera Optyl e alla statunitense Smith Sport Optics Inc, Safilo è anche leader dell’occhialeria sportiva, maschere da sci comprese.

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