Nuoto, azzurri a picco Addio all’oro per Facci e i tuffatori

Il ranista è stato squalificato per virata irregolare: Bossini da terzo diventa secondo. Solo bronzo ai fratelli Marconi, la Cagnotto scivola dal podio

nostro inviato a Budapest
Pronti e comodi per vedere se arriva un altro oro. Magnini pensaci tu! Una strana maledizione sta inseguendo l’Italia del nuoto. A Budapest piove di tutto: acqua e medaglie, ma il terzo oro sfugge, fosse pure per una sbadataggine o per errori che mai uno penserebbe. Ieri il destino si è divertito mica male. Tania Cagnotto, i fratelli Marconi, Loris Facci si sono visti sfilare via l’occasione da sotto gli occhi. Tania dalla piattaforma dei 10 metri e i fratelli Marconi, in sincro dal trampolino di tre metri, per errori che hanno scavato voragini nella classifica. Tania, la figlia di papà che quest’anno ha vissuto a Houston prima di scappare e scoprire che la sua America è l’Italia, stavolta si è persa proprio nella specialità che ama. «Non avevo sicurezza, forse ero tesa per il rinvio», si è scusata, pensando all’acquazzone che ha fatto rinviare la gara, conclusa in notturna. Tania aveva chiuso la semifinale davanti a tutte, poi due tuffi sbagliati e addio al regno europeo conquistato due anni fa. I Marconi brothers si sono filati l’oro per tutta la gara, ma Nicola non ci ha capito niente al penultimo tuffo. E Tommaso ha dovuto soffocare la rabbia. «Sbaglio sempre io, stavolta è cambiata la musica». Ed è arrivato un bronzo, anziché l’oro che avrebbe replicato il titolo di due anni fa. Nicola si è scusato a modo suo. «In quel tuffo c’erano troppe cose a cui pensare mentre eri in aria».
Ma poi che dire della sventura di Loris Facci. Aveva fatto il fenomeno in vasca, ultimi 50 metri da motoscafo ed ecco servito l’oro dei 200 rana. Ma subito dopo, oro e Facci sono scomparsi dalla classifica: il giudice di virata l’ha pescato nel fallo da fessi dei ranisti, tocchi con una mano e riparti. Mentre la regola chiede di toccare con entrambe. Addio oro e sogni di gloria. Resta la rabbia di Loris: «Sono un professionista, non faccio certi giochetti. E comunque nessuno può togliermi la soddisfazione del tempo che ho fatto e di sentire mia la medaglia d’oro». Resta anche l’argento di Paolo Bossini, due anni fa oro a Madrid, personaggio in cerca di maturità con tatuaggi che simboleggiano la sua energia interiore, mentre il polacco Slawomir Kuczko ha levato il braccio d’oro. Poi sono state gaffe e mugugni. Bossini, appena approdato davanti alla Tv, si è fatto prendere alla testa e ha scudisciato il compagno: «Ha battuto i piedi a delfino. Le regole sono uguali per tutti». Poi, dopo le rampogne del ct Castagnetti («come si permette di parlare così di un compagno? Dovrebbe essere dispiaciuto»), sono seguite scuse, spiegazioni, la mozione degli affetti: «Mi sono spiegato male, vorrà dire che condividerò l’argento con lui». Ma probabilmente gli arriverà una multa. Follie da ranisti. Come dice Bossini: «Se non fai il matto non hai il marchio da ranista». Lui poi è tutto particolare. L’anno passato ha avuto problemi fisici, è ingrassato 13 kg: ha scoperto di avere una intolleranza alimentare, è stato costretto a una dieta di pollo e riso, ha perso 10 kg in un mese. Sembrava rinato , si è preso una broncopolmonite. Ora riparte da un argento.
Allora meglio consolarsi col bel sorriso di Alessia Filippi: la finanziera de noantri ha infilato il primato italiano dei 200 misti per andare a pescare un bronzo e prendere da vicino le misure di Laure Manaudou. La regina francese ha fatto raccolto pieno: oro nei 200 misti e dopo dieci minuti nei 100 dorso. Per ora è lei la vera superwoman , ma la Filippi promette bene. «Sto volando, non mi aspettavo niente di tutto questo, ma so che il treno passa una sola volta e l’ho preso». Ha raccontato di aver conquistato questo bronzo con il cuore e con l’anima.

Alla fine dei conti è stato l’unico metallo del nuoto, perché il resto sono stati solo record italiani: il napoletano Francesco Vespe nei 200 farfalla e le ragazze della staffetta 4x200 sl. Che dire? Oggi è un altro giorno, si vedrà.

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