Lobiettivo è quanto mai ambizioso: far sì che entro i prossimi tre anni il 70 per cento degli studenti lombardi riesca a laurearsi entro i 25 anni per poter essere competitivi con i loro colleghi europei. Per raggiungerlo si sono riuniti attorno al tavolo i rettori delle università lombarde, i direttori delle accademie e dei Conservatori, rappresentanti del mondo delle imprese e il direttore scolastico regionale Giuseppe Colosio. Il numero ancora troppo elevato di abbandoni scolastici, studenti che lasciano luniversità prima di laurearsi e il numero dei «fuori corso», è imputabile, almeno in parte, alla scelta sbagliata del corso di studi. Si stima infatti che il 10-15 per cento degli studenti delle superiori si iscriva a un corso di studi non consono alle proprie attitudini, abilità o interessi. «Perché gli studenti possano avere un percorso di studi efficace e veloce, allaltezza dei livelli europei è importante conoscere quali sono i requisiti richiesti dalluniversità, limpegno necessario, le abilità extrascolastiche come la capacità di organizzarsi - spiega Colosio - è necessario mettere in stretta connessione scuole e università».
Il primo vantaggio concreto di questa nuova allenza tra scuole superiori e atenei? Il sistema dei crediti, per esempio. «Se uno studente ha nel curriculum una certificazione europea di conoscenza della lingua straniera - spiega ancora Colosio - grazie agli accordi con gli atenei, non dovrà più sostenere lesame di lingua per potersi laureare. Ci sono casi di studienti, infatti, che tardano ad arrivare alla laurea per lesame di lingua». Lo stesso discorso potrebbe valere anche per lECDL, la patente europea per il computer. E così via.
Un aiuto ulteriore per gli studenti potrebbe venire invece dai test di ammissione anticipati: su modello del Politecnico, che ha organizzato esami di ammissione per Ingegnenria on line, da sostenere anche prima di aver superato lesame di maturità, si potrebbe pensare a simulazioni quasi per tutte le facoltà, organizzate per aree. «In questo modo si aiutano i ragazzi a diventare consapevoli non soltanto del grado di difficoltà e di impegno richiesto dalle facoltà che hanno intenzione di scegliere - continua Colosio - ma anche di capire se si tratta della scelta giusta per loro».
Mettere un piede direttamente in laboratorio, in certi casi, può essere ancora più utile: ecco che il coordinamento dei rettori sta pensando di estendere il progetto Cusmibio (questo è il nome) anche ad altre facoltà. Di cosa si tratta? Gli studenti delle superiori hanno la possibilità di trascorrere una giornata in un laboratorio di chimica e di scienze biologiche dell università per una simulazione. Più realistico di così non si può: non si tratta di visitare lateneo o di parlare con qualche docente ma di provare per un giorno quello che sarà magari il futuro lavoro.
Attenzione però la collaborazioen sarà a doppio senso: non solo quindi incursioni delle scuole superiori nel mondo delle università, ma anche luniversità che entra nei licei e negli istituti tecnici e professionali: ecco allora che i comitati tecnico scientifici delle superiori potrebbero arruolare un esponente delluniversità affinchè il rapporto sia più diretto e la conoscenza reciproca approfondita.
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