Roma

La nuova danza come specchio della vita

Francesca Scapinelli

È il folklore spagnolo di fantasia, unito alla raffinatezza del gusto francese, a inaugurare la nona edizione della rassegna «Che danza vuoi?», fino al 24 settembre al teatro Greco. La manifestazione di danza voluta da Renato Greco vedrà esibirsi sul palco del teatro di via Leoncavallo ben quindici compagnie, sia emergenti che affermate. Ed è una rilettura del celebre romanzo ottocentesco di Prosper Mérimée, quella Carmen che poi Georges Bizet tradusse in opera, il primo spettacolo in cartellone. Sarà la compagnia Bami-Guyon diretta da Marco Guyon, insieme con la compagnia De Baile Flamenco «Gato Blanco», ad «aprire le danze» mercoledì 6 settembre, con le coreografie dello stesso Guyon e Paola Bami. «Carmen pretestuosamente racconta, attraverso le vicende ben conosciute di questo dramma, la vita di ognuno di noi. La vita che abbiamo vissuto, quella che abbiamo sognato. Lo spettacolo prende spunto dal romanzo francese e ribadisce il concetto tragico del fato come potenza irresistibile che travolge i personaggi, al di là delle loro intenzioni iniziali, doveri e ragionevolezze. La ragione a discapito del cuore che prendendo il sopravvento crea sottili trame e infausti finali». Si prosegue, il 7 settembre, con La compagnia dei Sogni che affronta il tema della coppia e della famiglia: è Panni sporchi, un giocoso spettacolo di danza e satira che fa riflettere e sorridere (coreografie di Gilberto Nati, anche direttore artistico). L’8 settembre, le musiche dal vivo di Oscar Bonelli e Daria Rossi Poisa si accorderanno con le coreografie di Benedetta Capanna per dar vita a E noi za tidem... in riva al silenzio azzurro (con Benedetta Capanna, Veronica Richelmy, Giordano Novello e Daniela Demofonti). «La danza è come una scheggia di un vetro rotto - spiega la Capanna -, riflette le immagini frastagliate di ciò che il suo limitato spazio può riflettere, ciò che viviamo e sperimentiamo nel corpo e attraverso di esso e che poi il sistema nervoso ci fa decifrare. Ogni danza è un passaggio, un’ombra, un pezzo di vita, un ricordo, e nel progressivo staccarsi da esso e nel continuo e indispensabile riportarsi nel presente, la danza è una meditazione in movimento. Danzare è ritrovarsi in riva al silenzio azzurro della propria anima». È la luce, poi, protagonista della serata del 10 settembre (Luce istantanea, con coreografie di Rachele Caputo e Franco Senica), un omaggio al testo sacro buddista Libro tibetano dei morti.
Tra gli altri spettacoli in cartellone citiamo: Apple killer, coreografie di Francesca La Cava, una moderna storia della mela; il work in progress Transgression # 1 disobedience, esaltazione delle potenzialità fisico-emotive della persona; La carne e il corpo sacro, omaggio alla tormentata figura di Sylvia Plath; Turris eburnea e Cìciri, ispirato questo alla tradizione siciliana. Teatro Greco, via Leoncavallo 10, ore 21. Info: 06.

8607513.

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